Marocchino pesta la figlia: «Troppo occidentale»

AndriaIl fratello è scappato di casa, la madre si è barricata in camera da letto. Lei, invece, una ragazza di vent’anni, non ce l’ha fatta a sfuggire alla furia del padre. L’uomo, un immigrato marocchino da tempo residente in Puglia, l’ha afferrata per i capelli e l’ha picchiata selvaggiamente: calci e pugni, la punizione quotidiana inflitta per il suo stile di vita ritenuto troppo moderno e occidentale, un autentico pestaggio innescato dal sospetto che frequentasse ancora un ragazzo italiano. La ventenne è stata salvata dai carabinieri, che sono intervenuti sul posto dopo una telefonata anonima: è stata accompagnata in ospedale, non ha riportato gravi ferite, ma ai militari ha raccontato il terrore che da tempo si respirava in quell’appartamento di Andria. Il padre-padrone, 46 anni, è stato arrestato: è accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.
È accaduto l’altra sera in una casa al quartiere Camaggio, alla periferia della città. Non era il primo litigio, non è stata l’unica aggressione. Al contrario, è stato solo l’ennesimo capitolo di una lunga storia scandita da botte e minacce. La famiglia ha lasciato il Marocco diciassette anni fa. Il padre, che ha ottenuto la cittadinanza italiana, lavora in una tipografia, la figlia fa la commessa, un altro figlio di sedici anni è studente, la madre bada alla casa. I carabinieri hanno avviato indagini. E dagli accertamenti è affiorato il clima di tensione che si respirava nell’appartamento. L’uomo non riusciva a sopportare lo stile di vita dei figli: li considerava troppo moderni, troppo occidentali. La rabbia era lievitata dopo la scoperta che la ragazza aveva un fidanzato italiano, un coetaneo: ci furono botte, intimidazioni, fu costretta a lasciarlo. Ma anche il sedicenne era finito nel mirino del padre. Il motivo: porta un orecchino.
La vita in quella casa di Andria scorreva così, tra urla e minacce e pestaggi. L’altra sera c’è stata l’ennesima discussione. Il padre ha cominciato a picchiare la figlia, l’ha afferrata per i capelli, l’ha colpita più volte con calci e pugni; gli altri hanno tentato di sfuggire alla furia del 46enne: il fratello ha lasciato l’appartamento e si è allontanato, la madre si è chiusa in camera da letto. Le urla sono rimbalzate in tutto il quartiere, qualcuno evidentemente ha dato l’allarme. È partita una telefonata anonima ai carabinieri, i militari sono accorsi sul posto e hanno trovato la porta aperta: a quel punto sono entrati nella casa devastata, piatti e bicchieri per terra, tutto a soqquadro. I militari hanno bloccato il padre, che è stato arrestato. Poi gli investigatori hanno prestato soccorso alla ragazza che è stata accompagnata in ospedale insieme alla madre, anche lei lievemente ferita. Guariranno in una settimana. Tutte e due hanno trovato la forza di raccontare quello che era accaduto, ma hanno descritto anche il loro calvario domestico. Il padre aveva imposto alla figlia di rompere la relazione col suo fidanzato italiano. Lei aveva obbedito, ma l'uomo non si era mai convinto del tutto: sospettava che lo frequentasse ancora. E per questo la picchiava, una furia rivolta anche contro il figlio, nato in Italia, punito per quell’orecchino, per i suoi modi ritenuti troppo moderni.
La presenza di extracomunitari è molto folta nella sesta provincia pugliese, quella che riunisce i tre capoluoghi di Barletta-Andria-Trani. La maggior parte lavora nei campi, dove i braccianti vengono impiegati nella raccolta delle olive. L’uomo arrestato ad Andria era riuscito a trovare un posto in una tipografia.

E la famiglia sembrava perfettamente integrata: il figlio andava regolarmente a scuola, la figlia conduceva una vita tranquilla e lavorava come commessa. Ma tra le mura di casa vigeva la legge del terrore imposta dal padre, che sarà processato questa mattina per direttissima.

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