Fino a quando si può andare avanti con il governo-Babele? Sono un cittadino qualunque che vuole capire dove vada a finire la povera Italia. Non ce l'ho con questo o con quel ministro, ma mi pare che stiano esagerando un po' tutti con irresponsabilità. Se Prodi avesse scelto una politica, potrei anche dire «non mi piace ma la capisco». Invece a me pare che regni solo la confusione. Da italiano medio, né ricco né povero, né potente né marginale, né rivoluzionario né reazionario, vorrei solo poter amare il lavoro, la famiglia e il benessere senza essere bersagliato dallo Stato.
Il ministro Visco aveva assicurato che il superbollo avrebbe colpito solo l'8% delle auto circolanti, ed invece si scopre che gli aumenti riguardano ben 29 milioni d'autoveicoli con un incasso aggiuntivo per lo Stato di 538 milioni. I tipetti comunisti avevano proclamato che «volevano fare piangere i ricchi», ma ora a piangere sono tutte le persone normali, pensionati, impiegati, commercianti, professionisti e tanti altri che ricchi non sono. Non si riesce neppure a sapere quanto si debba pagare per una piccola eredità frutto del risparmio di una vita perché la tassa di successione è cambiata almeno tre volte.
La finanziaria doveva reggersi su risanamento, sviluppo ed equità. Ma delle tre gambe la prima è dubbia, la seconda non c'è, e la terza significa solo che siamo tartassati tutti alla stessa maniera. Ci avevano assicurato che il ministero dell'Economia sarebbe andato a un grande esperto, Tommaso Padoa-Schioppa. Ma viene bacchettato perfino dal governatore della Banca d'Italia e bocciato dai luminari del Financial Times.
Il governo ha proclamato che avrebbe eliminato l'evasione fiscale. Ma resta una pia intenzione se non si permette di detrarre quelle spese che costituiscono l'unico strumento per verificare le entrate. Ma questa semplice regola dei Paesi civili non sarà introdotta mentre si insisterà con lo Stato poliziotto per tormentarci sempre più senza risultati per le casse pubbliche.
Si è scritto che lo sviluppo economico e sociale previsto in Finanziaria sarebbe piaciuto al popolo di centrosinistra. Altra balla. Perfino i più noti amministratori dell'Ulivo, Cofferati a Bologna, Cacciari a Venezia, Illy a Trieste e Dominici nell'ultra-rossa Firenze, sono alla testa della ribellione contro Prodi. Si tratta forse di pericolosi agenti del Cavaliere?
Vedo ovunque contraddizioni e ambiguità. La manifestazione antigovernativa dei Cobas sui precari è sponsorizzata dalla sottosegretaria Rinaldi. Contro la Finanziaria concertata con la Cgil stanno per scendere in piazza i metalmeccanici della Fiom. Il più importante tra i ministri, Massimo D'Alema, protesta contro il governo che vicepresiede perché i tagli ai ministeri sono esagerati. Si maltrattano le categorie produttive, e il rifondarolo Giordano aggrava la situazione prendendosela con gli industriali che comprimerebbero il governo. Sono disorientato. E con me, ormai, la maggioranza della gente, se è vero che oltre il 70% degli italiani non ne può più del governo. Leggo di un Fassino perentorio: «O Prodi o elezioni».
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