La mia settimana da cavia con l'iPhone il telefono tuttofare

È da sei giorni che sto facendo la cavia per Apple. Da venerdì scorso sono tra i pochi fortunati che hanno avuto il privilegio di mettere sotto torchio il nuovo cellulare della casa di Cupertino, l'iPhone 3G (Umts). Vi dico subito che non si tratta di un tremendo sacrificio, maneggiare il Melafonino dà un certo gusto.

Sono venuti tre signori da Cupertino (dove ha sede la Apple), hanno preso un'ampia suite al sesto piano dell'Hayatt di Milano, mi hanno fatto firmare un rigidissimo Nda (non posso dire, scrivere e financo esibire il telefonino prima di oggi) e solo in seguito mi hanno consegnato il prodotto. «In genere - mi ha detto il product manager Frank Casanova (il boss Steve Jobs non trascura alcun dettaglio) non facciamo vedere i nostri prodotti prima del loro lancio ufficiale. In questo caso - mi ha confidato Frank - facciamo un'eccezione». Chissà perché. Ma al gioco mi sono prestato più che volentieri.

L'Apple negli anni ha prodotto oggetti di culto: il suo tocco ha reso sexy la tecnologia. Se Apple, nata con il computer Mac e resa ricca dal lettore musicale digitale, iPod, si mettesse in testa la folle idea di costruire un'auto, la costruirebbe semplice da guidare, ma efficace. Eliminerebbe gli pneumatici: fanno rumore, si consumano, è difficile cambiarli: facendoci viaggiare su un cuscinetto d'aria. Eviterebbe lo sciocco ingombro dei pedali: perché usare oltre alle mani e alla testa anche i piedi? Deciderebbe che i finestrini si aprono con un comando vocale e non vi starebbe ad annoiare con le lancette e i numeri sul cruscotto: produrrebbe un ologramma sul parabrezza. E così via, tutto con tecnologie che già esistono, ma che frullate insieme ci darebbero un gioiello di tecnica e soprattutto di semplicità. Al costo, non certo contenuto.

Quando Steve Jobs, l'uomo che prima ha creato e poi risuscitato la Mela, annunciò che avrebbe presentato un Melafonino (tecnicamente si chiama iPhone 3G, con un prefisso che lo associa a tutti i prodotti ganzi dell’azienda, dall'iMac all'iPod) creò grande attesa tra i suoi adoratori e qualche scetticismo tra i big del settore dei telefonini. Insomma è come un produttore di biciclette che pensa di far concorrenza alla Porsche o alla Fiat. Roba da matti.

Questo resoconto ha tutti gli ingredienti per essere corrivo verso gli amici californiani: si tratta di uno degli oggetti della tecnologia più attesi degli ultimi anni e te lo danno prima che esca nei negozi (499 o 569 euro il prezzo in Italia) di tutto il mondo. È facile perdere la trebisonda, ma cercheremo di non farlo.

Seconda premessa: cercheremo di essere il meno tecnici possibile. L'Apple ha fatto della semplicità il suo modo di essere: per gli appassionati e i tecnici rimandiamo al nostro lunghissimo e tecnico diario d'uso confinato (si fa per dire) sul sito internet del Giornale.

Guardare il mondo alla rovescia Chiunque usi un telefono tradizionale è abituato a digitare ciò che vuole. Un sms, le cifre con le quali comporre un numero di telefono. Bene, con l’iPhone scordatevelo. Nel bene e nel male. Per usare il nostro paragone: non si guida più con i pedali. Apple ha sublimato la tecnologia del Touch screen: la tastiera fisica è stata sostituita da una tastiera virtuale sullo schermo che compare ogni volta ce ne sia la necessità. Attraverso semplici tocchi si aprono i programmi, si digitano i numeri, si risponde al telefono, si guardano i video, si cambiano le impostazioni. Si utilizza ancora l'abituale pressione solo sui tasti laterali per aumentare il volume, sul tasto superiore per spegnere o mettere in sonno l'apparecchio e sull'unico tasto presente nello schermo (in basso) per tornare alla schermata di base, all'Home, in casa. La tastiera virtuale, dopo qualche giorno, diventa comoda. All'inizio la generazione del T9 (il sistema Nokia con il quale si mandano messaggini alla velocità della luce) si troverà male, ma dopo pochissimo si va alla grande. Il processo di apprendimento è il seguente: prima un solo ditone sulle schermo, poi si accettano i consigli che il software regala, e infine ci si muove con il doppio polpastrello. Nel giro di poco digitare su una tastiera tradizionale sembrerà un'esperienza simile a quella di battere i tasti di una vecchia macchina per scrivere.

Girare il telefonino e non la testa Lo schermo dell'iPhone è grande per gli standard telefonici, 3,5 pollici, e dotato di un sensore per il quale la luminosità cambia automaticamente in funzione di quella ambientale. Ma il tocco di genio è che finalmente una macchina segue l'uomo e non il contrario: che, di base, è il motivo del successo dei prodotti Apple. Qualsiasi cosa voi abbiate sullo schermo, da una foto a una paginata internet, ruota nel display non appena voi ruotate il telefono. Si passa dalla posizione ritratto a quella panoramica, non spostando la testa, ma il Melafonino che si ha in mano. Inoltre potete zoomare (ingrandire e rimpicciolire) alcune parti della pagina o della foto, semplicemente con il movimento di due polpastrelli sul display. Tutte operazioni più difficili da scrivere che da fare.

Una rete che vi intrappola L'iPhone usa la rete Umts e vi permette di scaricare mail e pagine internet a una buona velocità. «Si tratta della rete migliore che abbiamo incontrato» ci confessa il nostro Casanova. Tanto buona che l'iPhone ne sfrutta però solo per la metà della potenza. Ma ritorniamo alla semplicità: navigare su internet e scaricare la propria posta è a portata di bambino, anzi di nonna. Tanti telefoni permettono di fare la stessa cosa. Ma nessuno vi aiuta a impostare il telefono altrettanto semplicemente e a navigare con una sola toccatina. Inoltre l'iPhone cerca in ogni modo di farvi risparmiare: e dunque se nelle vicinanze c’è una rete Wi-Fi, vi chiede subito se preferite connettervi a essa e abbandonare dunque la rete telefonica, più lenta e a pagamento. E se è necessaria la password per accedere a quella rete non smetterà di ricordarsela.

Un mondo di frivolezze Dentro l'iPhone c'è un po' di tutto. Potete vedere le foto, farne (anche se la qualità dello scatto non è ai massimi e manca il flash), scaricare un video di Youtube. Inoltre il Melafonino è anche, ovviamente, un iPod che vi permette di ascoltare più musica di quanto ne abbiate voglia. Infine ha un sistema di Gps davvero semplice e funzionale. Se non avete idea di dove vi troviate, l'iPhone ce l'ha. Le potenzialità di questo localizzatore sono incredibili e integrate con il sistema di mappe di Google. Si tratta di un navigatore completo, comprese le indicazioni dettagliate per raggiungere una località che per qualche motivo vi interessa. Infine c’è la possibilità di riempire il Melafonino di piccoli software aggiuntivi: dai giochi ai miglioramenti che si rendano necessari. Manca la possibilità di ricevere Mms e, cosa più grave, gli sms non hanno la funzione «inoltra». Aspettiamo dunque con ansia programmini free che colmino questa lacuna.

Un telefono per non telefonare Con tutta questa roba dentro perderete la voglia di telefonare. A parte gli scherzi, si può forse dire che questo è il principale difetto dell'iPhone: per telefonare occorre fare qualche passaggio di troppo. Bisogna prima sfiorare un'icona sullo schermo di partenza e poi decidere se comporre il numero su un tastierino virtuale oppure andare a ricercare uno dei vostri contatti. Siete sicuramente abituati a minori passaggi per fare una semplice telefonata. Inoltre la rete 3G brucia una grande quantità di energia e più di 4 o 5 ore di telefonate non si riescono a fare.

Senza considerare il fatto che un po' di internet e giochi vari vi bruciano ulteriori minuti preziosi di carica. Un'ultima considerazione è sulla rete Umts. Sia la scheda Telecom sia quella Vodafone, spesso hanno avuto problemi di aggancio al network 3G: o meglio una volta preso il segnale non sono riusciti a navigare.

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