Milano chiude al traffico Così guida la demagogia

Pisapia blocca il traffico per tre giorni e consiglia di andare in bici. Ma chi lo fa respira più polveri sottili. I dati dell'Oms sono allarmanti, ma i politici non sanno leggerli

Milano chiude al traffico Così guida la demagogia

Mi si chiede di commentare la decisione del Sindaco di Milano di bloccare il traffico per tre giorni. Non so che dire. Tanto più che Pisapia, nel suo appello ai milanesi, cita addirittura Gandhi. Che volete che possa dire io al cospetto del Mahatma? Mi dicono anche che uno dei timori del sindaco sarebbe che l'Europa potrebbe multare la città per lo smog da traffico. Non è escluso che abbia ragione: in Europa i fessi abbondano.
Qualche tempo fa, ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta, mi toccò sentire la seguente affermazione da Ermete Realacci, dirigente storico di Legambiente ed esponente del Pd, anch’egli tra gli ospiti: «le polveri sottili, dice l’Oms, causano ogni anno, in Europa, 300.000 morti». Pisapia deve pensarla allo stesso modo. Siccome troppo spesso si sentono affermazioni del genere, val la pena dirlo forte e chiaro: il numero di morti causate dalle polveri sottili sospese nell’aria è zero. Come emerge, allora, l’allarmante numero citato?
Dovete sapere che se ingoiate una pozione contenente la caffeina (bei cristallini, bianchi e profumati) estratta da 200 tazzine di caffè, avete la certezza di morire. Una pozione contenente la caffeina da 100 tazze vi dà probabilità di sopravvivenza al 50%, e con quella da 50 tazze la probabilità di morire è del 25%. Continuando con questo ragionamento, e se assumete che la probabilità in questione diminuisce in modo proporzionale alla diminuzione di caffeina ingerita, potete valutare che la probabilità di morire intossicati dalla caffeina dopo aver consumato una tazzina di caffè è di 1/200. Continuando ancora, potreste dire che di 200 individui che bevono una tazzina di caffè ciascuno, uno di essi deve essere per ciò deceduto. E se ieri sono state 2 milioni le tazzine di caffè consumate a Milano, allora ieri 10mila milanesi sono morti intossicati dalla caffeina.
Sono sciocchi quelli dell’Oms a dare questi numeri? No, è sciocco chi non sa leggerli e ne fa un uso improprio: nel caso specifico Ermete Realacci e, con tutto il rispetto, il signor sindaco di Milano. Dar da leggere questi numeri agli incompetenti è come mettere una pistola carica nelle mani di un bambino di 4 anni. Innanzitutto, bisogna essere consapevoli che assumere diretta proporzionalità tra rischio di morte e quantità di caffeina è certamente errata. Perché si fa? Perché è comodo farlo e, per gli scopi della protezione, è anche accettabile. Più precisamente, l'aritmetica precedente serve a quanto segue. Supponiamo di voler convivere con un rischio di morte di 1/200 per intossicazione da caffeina, sapendo che quella da 100 tazze dà il 50% di probabilità di morire: allora si suggerirà di non consumare più di una tazzina di caffè per volta. E se siamo disposti ad accettare un rischio di 1/100, allora si consentirà l'assunzione anche di un caffè doppio. Insomma, l'aritmetica precedente serve come criterio-guida, in mancanza di meglio, per muoversi nel campo della protezione, ma mai deve essere usata, quella aritmetica, per fare valutazioni nel campo della patologia. Ecco: Pisapia commette l'errore di passare, arbitrariamente, dal campo della protezione al campo della patologia. L'errore che condurrebbe appunto alla conclusione che ieri sono morti 10mila milanesi per intossicazione da caffeina. Tornando alla chiusura del traffico per 3 giorni consecutivi: è un provvedimento irripetibile e nel complesso dell’anno si può bloccare il traffico, forse, per 400 delle 8000 ore totali.

Posto che il traffico incide per 1/3 a ciò che si considera inquinamento, ciò comporterebbe una riduzione complessiva dello stesso di un misero 3%, cioè niente. In ogni caso, l'invito del sindaco di andare in bicicletta non va ascoltato: si inspira più aria, cioè più inquinanti. L'auto è senz’altro più salutare e il provvedimento del Sindaco aggrava la salute dei milanesi.

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