Per una ventina d'anni - esattamente dal 1994 al 2017 - una donna ha percepito la pensione del padre defunto (oltre 400mila euro) sfruttando un errore nella registrazione della data di nascita del genitore all'anagrafe tributaria e omettendo così di dichiarare all'Inps che era morto. Per questo motivo una 74enne è stata indagata dalla Procura di Milano per indebita percezione di erogazione ai danni dello Stato.
Le indagini sono partite nel 2019 da una denuncia sporta dall'Inps. L'istituto, infatti, dopo che la pensione era stata riaccreditata e restituita a partire dalla rata dell'ottobre del 2017 per la chiusura del conto corrente su cui era disposto il pagamento, ha svolto una verifica sull'esistenza in vita del titolare dalla quale è emerso che sarebbe stato di età di ormai 110 anni. Da un ulteriore controllo si è scoperto che l'uomo era morto nel marzo 1994, oltre al fatto che risultava nato il 28 luglio 1911, anziché il 27 luglio 1911 come invece risultata dall'anagrafe tributaria. Alla richiesta della restituzione delle somme ricevute la figlia, co-intestataria del conto corrente, non ha mai risposto.
È così che gip Guido Salvini ha disposto, su richiesta del pm Cristiana Roveda, il sequestro per equivalente di risorse patrimoniali, economiche e finanziari nei confronti della donna fino alla cifra di euro 407mila491,51 euro e in particolare della quota del 50 per cento di un appartamento a Buccinasco dove la 74enne abita e di un quinto delle somme versate sui suoi depositi bancari.
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