Una sfida amichevole a distanza, sapendo che volendo uno dei due potrebbe magicamente scomparire da un palco e apparire sull'altro. Non succederà, però, perché Arturo Brachetti e Gaetano Triggiano hanno un rispettivo pubblico da strabiliare armato di biglietto.
È effettivamente curioso ma Milano si apre, quasi negli stessi giorni, a due fuoriclasse dell'illusionismo. Agli Arcimboldi fino al 20 aprile il torinese Brachetti, superstar internazionale, con «Solo», il suo ultimo show, fatto di qualche numero storico ma, per l'80%, di novità. Al Teatro della Luna da stasera al 15 aprile tocca al pisano Gaetano Triggiano, che per il suo show vanta la direzione artistica di Brachetti. «Un grande amico, un artista che mi ha dato molto e col quale ho un continuo confronto spiega Triggiano Lo conobbi a 17 anni, ero un aspirante illusionista. Dopo un suo spettacolo mi finsi suo cugino per poter entrare in camerino: lui intuì la mia passione e vide in me un talento da stimolare. Oggi io e lui facciamo cose differenti: ma Arturo mi ha trasferito lo spirito di quest'arte». La ricetta di Triggiano: la magia nelle mani, la poesia nella voce. Da anni attraversa il mondo portando i suoi show che lasciano a bocca e occhi aperti. Storie su di sé, su come sia arrivato a vivere di magia e su come si possa e si debba guardare il mondo. Definito «il David Copperfield europeo», l'illusionista toscano è stato un ginnasta nazionale juniores, ancora usa la propria fisicità per gli spettacoli che lo hanno reso una star della magia fin nella lontana Asia ma ha una ricetta personalissima di «one man show» e ci tiene a precisarlo. Lo dimostrerà sul palco del Teatro della Luna con il suo «Real Illusion» e lo spiega anche con le parole: «L'accostamento con Copperfield è un onore e un onere spiega Triggiano Lui fu la prima rockstar dell'illusionismo, con i suoi spettacoli che, sin dagli anni '90, hanno rivoluzionato il concetto della professione di mago. Le sue produzioni ipertrofiche all'americana sono importanti. Io, però, mi affido molto al racconto e, a differenza della scuola americana, uso la suspense, certo, ma non la paura».
Sì perché in «Real Illusion» gli spettatori restano strabiliati nel vedere corpi sollevarsi e congelarsi nello stesso tempo, oppure essere sezionati e divisi. Lo stesso Triggiano finisce ghigliottinato a metà corpo ma assicura l'illusionista - «nessuno, a meno che non sia particolarmente impressionabile, può sentirsi male nel vedere i numeri. Non vi è nulla di truce in ciò che faccio». L'amore per la magia, per Triggiano, scoccò in tenera età: «Il momento della vita in cui la magia ti sembra assolutamente reale spiega il mago Io da bambino passavo le estati a Roma, dai nonni paterni: una sera in uno spettacolo di piazza vidi un mago e restai folgorato».
Durante lo show, Triggiano coinvolge anche qualche spettatore, perfino dei bambini. «Sono i momenti meno prevedibili dello spettacolo spiega l'illusionista ma anche i più commoventi. I bambini non sanno mentire, è evidente che non ci si è messi d'accordo prima».FGat
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