Luca Pavanel
Per Una furtiva lagrima: il giovane di successo sul podio (Michele Gamba) il guru della regia (Grischa Asagaroff), una grande firma per le scene (Tullio Pericoli), le star italiane del bel canto. A volte basta rimescolare le carte, cambiare i cavalieri sulla scacchiera, ripensare la squadra trovando le più diverse personalità per ottenere prospettive diverse. In questo caso il risultato è un grande cast.
Sotto questo segno nasce L'elisir d'amore di Gaetano Donizetti, opera che da domani torna al Teatro alla Scala per dieci serate fino al 10 ottobre. Sfilata di super voci, dall'acclamata Rosa Feola, René Barbera - tra i più interessanti - in alternanza con la stella Met Vittorio Grigolo, e ancora: Ambrogio Maestri e Massimo Cavalletti. Sotto i riflettori sul podio la rivelazione della serie «nuove bacchette», il maestro Michele Gamba, classe '83, che ultimamente al Piermarini comincia a essere di «casa», da quel giorno in cui - per caso e all'ultimo momento - sostituì Michele Mariotti alla direzione del verdiano I due Foscari, seguito da un altro last-minute, Le nozze di Figaro con Franz Welser-Most. Il carattere dell'uomo.
Forse a volte un poco schivo, di quei personaggi che quando scoperti «conquistano», serpeggia questa idea tra i musicisti, e non solo. In scena, stando ai programmi attuali, tornerà il 22 marzo per la prima assoluta di Madima del compositore Fabio Vacchi, e di nuovo per la «ripresa» de La Traviata versione Cavani nel novembre del 2020, per lui una prima volta. Intanto, il suo Elisir: è all'insegna del «buon gusto» come non ha perso occasione di precisare. Storia semplice sì, fresca sicuramente, ma non basta, e il maestro sa bene che il pericolo è quello di cadere negli schemi, in ragionamenti affrontati. Si potrà ascoltare dunque una sua «visione», che già sulla carta per diversi aspetti appare vincente. All'attacco, nella partita scenica, avere i succitati personaggi - dal grande regista e il lavoro che lasciato - in poi - è una garanzia. Un passo indietro.
La storia di questa produzione vuole che l'edizione originale fu commissionata ad Asagaroff, per andare in scena con la direzione di Nello Santi, correva l'anno 1995. Artefice fu Alexander Pereira, il sovrintendente scaligero attuale che dal 15 dicembre sarà al Maggio Fiorentino. Altro gigante in campo è Pericoli, L'Elisir d'amore del quale venne salutato dagli osservatori come un'interpretazione all'insegna della raffinatezza. All'appello manca lui, in realtà il nome che deve stare in testa a tutta questa storia, ovvero l'operista bergamasco Donizetti (1797-1848) che questa «sua» compose assai velocemente, stupendosi egli stesso davanti al successo. Come ben sottolinea il musicologo Claudio Toscani, nero su bianco, «fu proprio L'elisir d'amore a raccogliere la sfida lanciata dall'opera seria, mostrando all'opera buffa la via del rinnovamento». Già, proprio così.
E vedremo dunque ancora il giovane Gamba, come sarà la sua interpretazione di questo melodramma giocoso, dove la storia ruota attorno alle vicende del contadino Nemorino - interpretato da Barbera e Grigolo - innamorato di Adina (la Feola), incapace di dichiararsi.
A farla immediatamente amare questa opera è in particolare l'inventiva melodica donizettiana che ben sposa la vena buffa dell'opera stessa che è talvolta malinconica; in particolare nell'aria più celebre: Una furtiva lagrima.
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