Gli immigrati sentono la crisi: 400 milioni persi in soli due anni

La crisi la sentono proprio tutti. Gli industriosi cinesi, simbolo del lavoro duro che non conosce soste, stanno soffrendo pesantemente i contraccolpi della congiuntura economica come gli altri immigrati a Milano: in appena due anni, dal 2011 al 2013, le rimesse totali verso i Paesi esteri sono diminuite di 400 milioni di euro. E per una volta sono proprio i figli del Celeste impero a registrare il crollo peggiore, quando negli anni scorsi erano una delle poche comunità che pareva essere immune dai marosi dell'economia: dal 2012 al 2013 i loro versamenti verso la madrepatria sono calati da 445 milioni di euro, a 163. Un dato emerso da una rilevazione della Camera di commercio. E che fornisce un elemento in più per dire che la crisi non è affatto finita.

In totale comunque le rimesse degli immigrati «milanesi» sono ancora considerevoli, visto che dalla città partono 670 milioni di euro, contro il miliardo e trenta milioni del 2011. Proprio in quell'anno si è invertita una tendenza alla crescita di questo dato. Anche i filippini, seconda comunità di destinazione, stanno registrando un calo. Gli unici che ancora reggono i colpi della crisi sono peruviani e ecuadoregni, rispettivamente terzo e quarto Paese di destinazione.

E Milano non è l'unica città italiana in cui si è registrato un calo delle rimesse: a Roma sono passate da 1,9 miliardi a 900 milioni; a Napoli sono diminuite di 75 milioni e tra Prato e Firenze mancano all'appello oltre docici milioni.

E questi crolli economici

potrebbero avere delle conseguenze gravi per la vita di molte persone anche considerando soltanto Milano: gli immigrati che lavorano nel capoluogo lombardo mantengono oltre mezzo milione di famiglie nei Paesi d'origine.

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