Milano è la maglia nera per indice di criminalità. Centrodestra all'attacco

Area metropolitana capitale delle denunce. Ma il prefetto: "Il miglioramento è costante"

Milano è la maglia nera per indice di criminalità. Centrodestra all'attacco

Una distesa di venti automobili con il finestrino sfondato. Lo spettacolo che ieri mattina si parava davanti ai passanti in via Noe-Via Bronzino (in Città studi) era la plastica rappresentazione di ciò che ha sancito l'ultima classifica sull'indice di criminalità pubblicata dal «Sole 24 ore» nell'ambito della consueta indagine sulla qualità della vita in Italia.

Milano, prima per reati denunciati, ha un problema di sicurezza, grosso. «Resta capitale delle denunce - si legge - in particolare dei furti con destrezza che incidono per il 9% sul dato complessivo». E dopo aver chiuso il 2020 con un calo delle denunce (-27%), registra una ripresa pesante delle attività criminali (+14%).

La conferma di tale imbarazzante primato ha sollevato anche stavolta la veemente reazione del centrodestra, con due dei suoi esponenti più attenti al tema sicurezza. «Il neoeletto sindaco Sala ci tiene molto a guidare la classifica di città con più criminalità - ha detto Riccardo De Corato, dirigente di Fratelli d'Italia, assessore regionale a Sicurezza, immigrazione e Polizia locale, ex assessore alla Sicurezza anche in Comune - Milano era la seconda città d'Italia come indice di criminalità, adesso, da cinque anni è sempre sul gradino più alto del podio». «Dopo il lockdown - ha aggiunto - i delinquenti si sono dati da fare, specialmente nella nostra città: questo è quello che dimostrano i dati del ministero dell'Interno elaborati dal Sole 24 Ore».

Chiama in causa il sindaco anche Silvia Sardone, che è stata consigliera di zona e conosce bene la città e i suoi problemi di criminalità, e oggi è eurodeputata della Lega, oltre che consigliera comunale: «Tanto per cambiare - ha attaccato - anche per quanto riguarda il primo semestre del 2021 Milano si conferma capitale del crimine in Italia, con una ripresa generale dei reati rispetto al 2020».

La classifica ha attestato anche che Milano è seconda per incidenza delle denunce agli stranieri: sono il 57% (a Prato il 63%). «Nonostante la vulgata della sinistra buonista, disposta ad accogliere chiunque nella nostra città - ha osservato Sardone - oltre la metà dei reati sono stati commessi da stranieri che, ricordiamolo, a Milano sono il 20% della popolazione, quindi l'incidenza è davvero esagerata». «Sindaco Sala e Pd sono ancora convinti che l'immigrazione di massa sia quello che serve a Milano? - chiede la leghista - I numeri dimostrano chiaramente che non è così ma sappiamo che per la sinistra la sicurezza è un fastidio. Ci auguriamo che la classifica del Sole 24 Ore non resti lettera morta come purtroppo avviene da cinque anni...».

Interpellato, il prefetto Renato Saccone ha spiegato: «Milano è da sempre, per diversi motivi che meritano approfondimento, prima in Italia in questa infelice classifica, indipendentemente dalle giunte comunali

che si sono succedute nel tempo. Proprio nel 2020, tuttavia, è sul podio per la più alta riduzione dei reati, -27% a fronte del -17% dato nazionale, proseguendo nell'importante e costante miglioramento degli ultimi anni».

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