Muore il gatto Un russo paga 30mila euro per il necrologio

Questo muso nero appariva ieri su una pagina del «Corriere della Sera». Eros, il nome del micio, è morto e il suo padrone con cui ha condiviso la breve vita, un signore russo, ha speso più di trentamila euro per esprimere il dolore della scomparsa. Il russo si è presentato in via Solferino, ha preteso l'anonimato, e ha mostrato su un giornale il ricordo di un amore accompagnandolo con le nostalgiche parole di Fabrizio De Andrè: «E come tutte le più belle cose, vivesti solo un giorno come le rose». Poteva essere una pagina di pubblicità quella occupata dal micio Eros, invece è rimasta la «pergamena» ricordo di un silente ma sconfinato rapporto che l'uomo senza nome ha voluto narrare al mondo.

Sembra la copertina di un libro in cui sono segnati parole, sorrisi, lacrime che solo chi ha un animale può capire, così usano dire i padroni di animali che fanno per essi quelle che appaiono come follie. Ma la bellezza non ha un prezzo, mai. La bellezza vuole parlare, senza giudizi. In fondo spendere trentamila euro per una pelliccia o un gioiello non è una follia?

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