Sabato 11 maggio Silvio Berlusconi torna in piazza. E dopo i pienoni di Roma e Bari, sceglie la Lombardia e in particolare Brescia per una nuova chiamata a raccolta del popolo del centrodestra. Non a caso una città al centro di quel Nord delle piccole aziende e del popolo delle partite Iva messi in ginocchio dalla crisi e insidiato dalle sirene grilline, ma anche il test più importante dopo Roma alle ormai vicine elezioni amministrative del 26 e 27 maggio.
Un programma che prevede una due giorni bresciana che comincerà il venerdì con una cena di raccolta fondi per cui saranno apparecchiati a tavola mille posti da mille euro l'uno. «Il nostro obiettivo è raccogliere un milione - spiega il coordinatore regionale del Pdl Mario Mantovani - Al partito servono soldi e dobbiamo ricorrere a queste iniziative di autofinanziamento per poter continuare a fare politica».
Già messa in moto la macchina organizzativa, con i big del territorio a caccia di industriali, imprenditori, liberi professionisti e militanti disposti a metter generosamente mano ai portafogli. Perché son tutti bravi a parlare dei tagli ai rimborsi con soldi pubblici, ma poi l'unica alternativa è la liberalità del privato. Diventata merce piuttosto rara di questi tempi, come conferma un consigliere regionale reduce dall'ultima campagna elettorale dove «si è fatto fatica a farsi dare un finanziamento di mille euro da industriali che in passato erano in grado di sborsare ben altre cifre».
Tutt'altro discorso per sabato 11 maggio quando non è difficile prevedere un tutto esaurito per il comizio di Berlusconi diventato ormai un appuntamento cult in questo nuovo scorcio di seconda repubblica, con il centrosinistra ormai al tramonto e nella destra i devoti di culto berlusconiano in grande ripresa. «Berlusconi ha promesso una piazza al mese - spiega Mantovani - Adesso tocca a Brescia e alla Lombardia. Ne siamo orgogliosi». Anche perché da lanciare c'è la ricandidatura del sindaco Adriano Paroli che l'altra volta sbancò vincendo già al primo turno.
Tornando alle casse del partito, il fatto è che ormai sono vuote. E che anche in Lombardia è pronta una spending review tutta lacrime e sangue da far procedere parallelamente alle iniziative di fund raising all'americana come la cena di Berlusconi a Brescia. Perché, spiega un dirigente, di questi tempi non c'è altro che l'autofinanziamento. «Solo Grillo - la stilettata - può raccontare che sia possibile far politica senza spendere soldi».
E così è già partita la smobilitazione della sede di viale Monza, di sicuro spaziosa, ma non certo faraonica e che il coordinatore Mantovani ha già disdetto non essendo più possibile sostenere le spese di affitto e gestione. Ma sono stati anche tagliati i contratti a tempo indeterminato dei collaboratori che da anni si occupavano del funzionamento di segreterie ed uffici, figurarsi quelli a termine o a progetto.
Disperati i dirigenti che si ritroveranno presto senza scrivania e soprattutto collaboratori. «Ne parlerò con Daniela Santanché - assicura uno di loro - è lei adesso la responsabile del settore organizzazione del partito. Daniela, così non è proprio possibile fare politica».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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