Sala-Expo: nuova accusa di abuso d'ufficio

La Procura generale sostituisce l'ipotesi di turbativa d'asta per la Piastra

Cristina Bassi

Non più turbativa d'asta bensì abuso d'ufficio. C'è un nuovo colpo di scena nella vicenda giudiziaria che coinvolge il sindaco Giuseppe Sala. Arriva a meno di un giorno dall'udienza preliminare, fissata per questa mattina davanti al gup Giovanna Campanile, per gli altri imputati dell'inchiesta sulla Piastra di Expo 2015.

La Procura generale ha deciso di formulare una nuova accusa a carico di Sala in concorso con l'ex manager di Expo Angelo Paris, in sostituzione di quella più grave di turbativa. L'atto di chiusura delle indagini per questo filone è stato notificato ieri al sindaco. L'inchiesta riguarda presunte irregolarità nell'assegnazione della commessa per la fornitura di 6mila alberi per il sito di Rho. I sostituti procuratori generali Enzo Calia e Massimo Gaballo contestano all'ex ad di Expo di avere assegnato i lavori per il verde da 4,3 milioni di euro con un affidamento diretto e non attraverso una gara. Cancellata invece l'accusa di aver scorporato dalla gara principale per la Piastra la tranche sugli alberi per accontentare politici e vivaisti lombardi.

Tale nuova formulazione si aggiunge alla contestazione di falso ideologico e materiale sulla presunta retrodatazione di due verbali per la sostituzione di altrettanti membri della commissione aggiudicatrice. Per questo filone Sala ha chiesto di essere processato con il rito immediato, la prima udienza è stata fissata per il 20 febbraio 2018. È possibile che oggi i sostituti procuratori generali chiedano al gup di differire l'udienza preliminare proprio per ottenere la riunificazione dei due filoni. L'avviso di chiusura infatti prelude a un'altra richiesta di processo. Da parte loro i legali di Sala hanno venti giorni per controbattere alla nuova formulazione, chiedendo che Sala venga interrogato oppure presentando una memoria difensiva, come già fatto per l'ipotesi di falso.

La chiusura indagini di ieri arriva dopo un lungo e tormentato percorso del fascicolo Expo-Sala, avocato dal sostituto pg Felice Isnardi (ora in pensione) circa un anno fa. L'accusa di turbativa d'asta era stata stralciata e rimasta in sospeso in attesa della decisione della Procura generale. In seguito a mesi di studio degli atti e di dialettica con il capo dell'ufficio Roberto Alfonso i due nuovi titolari dell'inchiesta hanno deciso il cambio, in parte soddisfacendo le argomentazioni della difesa. Gli avvocati Salvatore Scuto e Stefano Nespor parlano di «ormai pluriennale tentativo della Procura generale di individuare delle ipotesi di reato nell'attività» di Sala. L'iniziativa della pg, continuano, «si pone in evidente contraddizione con i giudizi che Anac, Avvocatura dello Stato e la stessa Procura della Repubblica di Milano hanno precedentemente formulato, apparendo anomala al punto da sembrare persecutoria. È un'iniziativa che offre una ulteriore dimostrazione delle difficoltà e degli ostacoli che, in questo Paese, incontra chiunque si trovi ad eseguire, nel rispetto della legge e in un tempo definito, un importante progetto pubblico, facendo affidamento sulle valutazioni delle autorità dello Stato competenti».

Concludono i legali: «Con stupore ci troviamo di fronte a un'ennesima rilettura dei fatti operata dalla Procura generale. All'alba del 2018, per fatti risalenti al 2012 (...), si giunge ad ipotizzare un nuovo reato, ancora una volta del tutto scollegato dalla realtà dei fatti».

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