Sei milanesi su 10 ignorano i tesori della città

Sei milanesi su 10 ignorano i tesori della città

Milano questa sconosciuta per i milanesi. I turisti stranieri arrivano da tutto il mondo per scoprire i tesori culturali della città, ma il 62% dei milanesi non conosce tradizioni e storia della propria città.

Un esempio: la Ca' dell'Oreggia? È il centro per l'udito milanese. Ecco solo una delle gaffes commesse dal 62% dei milanesi quando devono parlare del patrimonio artistico e dei luoghi storici della propria città. Nonostante vivano immersi nella storia e nella cultura, infatti, ben 6 meneghini su 10 hanno rivelato di essere incappati in clamorose gaffes, ammettendo di non conoscere soprattutto i luoghi poco frequentati dai turisti e di aver spesso confuso un monumento o un posto per un altro.

È quanto emerge da uno studio promosso da Incontri Sanpellegrino in occasione di Incontri Tour, un'iniziativa volta a celebrare le eccellenze del Made in Italy, condotto su oltre 800 milanesi di età compresa tra i 18 e i 60 anni con metodologia Web Opinion Analysis (WOA) sui principali social network, blog, forum e community dedicate, per capire quanti sono i cittadini che non conoscono le bellezze segrete del proprio territorio.

La poca familiarità dei milanesi con i luoghi segreti della propria città è superata solo da quella dei romani, 64 per cento, e simile a quella dei napoletani che sono al terzo posto con il 61 per cento.

I milanesi sono forse troppo impegnati tra traffico e ufficio perconoscere Palazzo Atellani in via Dell'Annunciata. Il 70% degli abitanti non sa che fu proprio in questo palazzo che nacque il simbolo della tradizione gastronomica milanese: il Panettone. In molti addirittura scambiano l'edificio come una sede esclusiva per ricevimenti di matrimonio. Il nome deriva da «Pan de Toni»: la figlia del fornaio Toni, che qui lavorava, s'invaghì di Ughetto, il falconiere di Ludovico il Moro. Quest'ultimo, per aiutare il fornaio in crisi economica vendette due falchi della casata nobiliare per comprare del burro da aggiungere all'uvetta e ai canditi, completando la ricetta del più celebre dolce natalizio italiano.

Poco conosciuti anche la «Ca' dell'oreggia» in via Serbelloni, che prende il nome dall'orecchio scolpito accanto al citofono nel 1930 dall'artista Andreani e che viene confusa da molti milanesi con la sede di un centro per l'udito, e la Sala Reale in Stazione Centrale, la speciale sala d'attesa costruita per il re Vittorio Emanuele dove si trova anche una via di fuga, appositamente preparata per i reali, e mai utilizzata.

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