Paola Frassinetti, vicepresidente della commissione Cultura della Camera, esponente di Fratelli d'Italia, qual è la situazione della scuola in vista della riapertura di settembre?
«Siamo molto preoccupati, il ministro ha trasmesso messaggi molto confusi al mondo della scuola. Ai docenti, agli studenti e alle famiglie, che spesso hanno dovuto sostituirsi agli insegnanti e non sempre questo ha funzionato a dovere. I messaggi sono stati poco chiari: didattica mista sì e poi no, paratìe di plexiglas sì e poi no. Ora sono uscite le linee guida ma siamo preoccupati e riteniamo che non tutti possano aprire in sicurezza».
Quante scuole potrebbero avere problemi? Il 15% degli studenti potrebbe avere problemi, rischia di non trovare posto. Si devono garantire spazi che possano permettere il distanziamento ma il tempo è poco. Questo ritardo avrà un impatto negativo. Noi chiediamo da un mese e mezzo un'azione con gli enti locali e un tavolo operativo».
Restano molte incognite?
«Si rischia un'apertura con le famiglie in ansia. Ci vorrebbero più classi, quindi più insegnanti, più personale Ata. Io sono stata assessore provinciale e conosco il patrimonio edilizio: è vetusto. Ci sono criticità anche a Milano e solo per allestire i cantieri ci vorrebbero mesi. I ritardi del governo preoccupano».
Sulle misure di precauzione siete d'accordo?
«Non le contestiamo, quelle le decide chi si occupa di sanità, ma si doveva partire prima. Sulle mascherine si deciderà ad agosto, ci sono molti interrogativi».
Il 15% vale anche a Milano?
«Sì, si può trasferire a Milano. Mi hanno rappresentato un quadro con molti plessi in stato di degrado. Questo è sempre stato un nostro cavallo di battaglia, anche in tempi normali».
Sulle paritarie c'è stato un raddoppio dei fondi.
«Sì sono molto contenta, abbiamo fatto una battaglia fin dal primo minuto, con emendamenti a tutti i decreti, indicando risorse ancora più ingenti. Ma questa posizione favorevole è stata di tutti, tranne dei 5 Stelle. Noi vigiliamo sul fatto che le paritarie non siano costrette a chiudere. Ricordiamoci che le scuole paritarie sono pubbliche».
Università: prima del lockdown c'erano stati episodi inquietanti, pensiamo a Milano a quelle in balia dei collettivi.
«Abbiamo interrogato il ministro, temendo che quel clima che si è manifestato in Statale possa avere sviluppi: nessuna risposta. Il problema è la mancanza di sanzioni per chi compie atti illegali dentro l'ateneo. Siamo lontani dai tempi in cui non si poteva neanche entrare, ma è assurdo che l'agibilità della destra non sia riconosciuta».
C'è un clima minaccioso?
«Una nostra sede, ufficio parlamentare del deputato Osnato, è stata danneggiata. Mi pare che ci sia un filo conduttore fra quella azione e l'imbrattamento della statua a Montanelli. Questa protesta americana, partita da un episodio che tutti hanno condannato, ha assunto forme iconoclaste che ricordano il fondamentalismo islamico. Pensiamo a Cristoforo Colombo. Questo sbocco violento sui simboli mi pare racchiuda una delirante mentalità di sopraffazione».
Lei ricorda la violenza.
«Vivevamo una sopraffazione quotidiana. Ho visto Sergio Ramelli pagare di persona. Ero responsabile del Fdg al Carducci, lui al Molinari. La logica era isolare e buttare fuori: la destra non doveva esserci. Da assessore, ho fatto collocare una targa per ricordarlo, ma è nascosta. Io penso che Milano non possa non intitolare quella scuola a Ramelli, caso unico di studente colpito dentro la scuola e ucciso barbaramente, non nel corso di scontri ma a freddo. Il suo ricordo dovrebbe essere condiviso».
Sì e Fdi si sta aprendo a mondi diversi. Nuovo coordinatore è Stefano Maullu.
«Con Maullu ho militato nello stesso partito, il Pdl, è tutto molto naturale. Il mondo della destra si è ricomposto con diverse anime. Fdi ha avuto il merito di non far scomparire la destra, con un atto di coraggio di Giorgia Meloni e di noi tutti dietro a lei. Fdi viene da una parte ma l'apertura è nelle cose».
Le Comunali 2021?
«Il centrodestra si riunirà e sceglierà. Due le vie: o un candidato politico o della società civile.
Se sarà scelto da tutti, Fdi contribuirà, se sarà politico abbiamo nomi autorevoli. Sala sarà ricandidato credo, un po' costretto. Ma ha giocato molto sull'annuncio, poi non ha risolto granché. Noi pensiamo a unirci con un programma competitivo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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