Luca Pavanel
No, non c'è sperimentazione che l'italica star della tromba Paolo Fresu non abbia affrontato durante la sua carriera. Sempre tenendo alta la bandiera della comunicazione musicale, di un buon ascolto possibile tra incroci, tradizioni nuovi suoni. Già, proprio così. Un'altra dimostrazione in questo senso arriva con il suo impegno sul fronte della lirica, con la «contaminazione» di «Norma», lavoro lirico di Vincenzo Bellini e il linguaggio del jazz. Risultato: una versione in chiave afro americana delle pagine del compositore siciliano, con una rilettura originale grazie agli arrangiamenti e alla direzione di Paolo Silvestri. La «Norma in jazz» si potrà ascoltare questa sera in Sala Verdi del Conservatorio di Milano alle 21.30 (ingresso 27,50 euro), nell'ambito della stagione estiva del Verdi, il «Chiostro 2019». Un concerto in collaborazione con Area M. Sul palco, insieme a Fresu, salirà l'Orchestra nazionale jazz dei Conservatori italiani. Un evento degno di nota.
Non è certamente facile fare incrociare le partiture di un vero e proprio capolavoro operistico e il mondo del jazz. E Fresu, vero onnivoro dell'arte musicale contemporanea, adesso omaggia col massimo rispetto la meraviglia belliniana. Ma facciamo un passo indietro. Il progetto commissionato nel 2017 da I Art-Sicilia Jazz Festival e dall'Orchestra Jazz del Mediterraneo in un primo tempo prevedeva una rivisitazione delle arie più famose di Bellini. È durante il lavoro di arrangiamento che l'artista ha maturato l'intenzione di creare una versione moderna di «Norma», lasciando quasi inalterate le melodie nella loro bellezza, mantenendone la forma simile alle canzoni popolari del nostro tempo, pur senza rispettare la successione originale dei brani, ma rielaborando l'armonia e la strumentazione in uno stile jazzistico. Il riferimento è andato immediatamente alla «Porgyand Bess» di George Gershwin interpretata da Miles Davis e arrangiata da Gil Evans, e in particolare a quell'orchestrazione con sonorità «profonde» più tipiche dei colori sinfonici della musica classica dei primi anni del '900 e della tradizione delle big band americane. Anche in questo lavoro solista è una tromba, quella di Fresu appunto, che in qualche caso utilizza la sordina Harmon e il flicorno, alla quale sono affidate le melodie e buona parte degli assoli improvvisati su strutture armoniche elaborate dai brani originali.
Sarà un'occasione anche per ascoltare l'Orchestra dei Conservatori, così composta: Orchestra Nazionale Jazz dei Conservatori diretta da Paolo Silvestri: Daniele Moretto, Andrea Del Vescovo, Tiziano Codoro, Michele Amoruso (trombe), Luca Begonia, Andrea Baronchelli, Santino Polidoro, Giulio Giannini (tromboni), Manuel
Caliumi, Andrea Ciceri, Fabio Tiralongo, Luca Ceribelli, Federico De Zottis (sassofoni), Edoardo Casu (flauto), Jossy Botte (Clarinetto), Giulio Gentile (pianoforte), Stefano Zambon (contrabbasso), Antonio Leta (batteria).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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