Militari in città, presidiati 20 obiettivi a rischio

Ieri mattina qualcuno li ha visti aggirarsi in divisa per Milano. Sono 424 i militari che da lunedì scenderanno ufficialmente in campo per controllare i punti caldi della città: 170 lavoreranno fianco a fianco con polizia e carabinieri nelle pattuglie miste, 80 sorveglieranno i centri per immigrati, 174 saranno di guardia davanti agli obbiettivi a rischio.
Le prove generali per il nuovo piano di sicurezza sono già cominciate. I soldati si organizzeranno in turni davanti alle sedi dei consolati più «sensibili» (cinese, egiziano, statunitense, turco e inglese), alla stazione Centrale - soprattutto per contrastare lo spaccio di droga - in via Padova e al centro di accoglienza di via Corelli. Indosseranno la tuta verde militare in fase di vigilanza e la divisa di ordinanza durante le pattuglie con i colleghi delle forze dell’ordine. Oggi il vertice in prefettura farà il punto sui luoghi a rischio e metterà nero su bianco gli obbiettivi sensibili dove dislocare i nuovi rinforzi. In tutto, in base a quanto scritto nel decreto sulla sicurezza varato dal governo, una ventina di postazioni, tra cui le sedi istituzionali. L’esercito resterà a Milano per sei mesi. Poi, come previsto dalla legge, si potrà decidere di prorogare la presenza dei soldati.
Il primo ringraziamento al ministro dell’Interno Roberto Maroni arriva dal sindaco Letizia Moratti, che apprezza «la sensibilità dimostrata nel seguire le problematiche delle aree metropolitane».
Grazie ai militari, molti poliziotti e carabinieri, che ora fanno i salti mortali per presidiare le sedi sensibili, potranno tornare a pattugliare le strade. A cavalcare la notizia dell’arrivo dei soldati in città è anche Roberto Miglio, delegato Rsu della polizia locale: «Potrebbero anche sostituire - propone - i vigili impiegati tutto il giorno in servizi di controllo di tipo “poliziesco“ all’interno del Duomo e all’esterno, all’ingresso dell’arcivescovado, così come nei mezzanini del metrò. L’arrivo dei soldati è una grande occasione per toglierli da queste mansioni per avere più vigili sulle strade».
Il vicesindaco Riccardo De Corato che ha segnalato tra le zone da presidiare via Padova, via Imbonati e via Loreto, sostiene che «con più divise Milano può davvero diventare più sicura». Di tutt’altro parere è invece Don Mazzi, alla guida della comunità Exodus: «Si tratta di provvedimenti assolutamente inutili - è critico - Ci sono più forze dell’ordine in Italia che in tutte le nazioni d’Europa: bisognerebbe piuttosto organizzarle bene e soprattutto essere meno repressivi e più preventivi». Il presidente della Provincia, Filippo Penati, si augura che l’esercito sia utilizzato «solo per funzioni di supporto».


Contrario il sindacato dei lavoratori di polizia: «È assurdo - commenta Giovanni Bartolotta del Siulp di Milano - è un errore e non lo diciamo per antimilitarismo ma per una preoccupazione rivolta alla cittadinanza. I militari non hanno né la professionalità né le armi adeguate per andare in pattuglia».

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