«Il mio mito è Tina Turner ma non canterò tutta la vita»

Silvia Kramar

da New York

L’eco dell’energia musicale e del talento della giovane Tina Turner è risuonata martedì sera nella sala di Cipriani Wall Street quando Beyoncé è salita sul palco per il concerto finale della serie «Wall Street Rising». Cominciati in primavera con una performance di Rod Stuart, i sette appuntamenti sponsorizzati da Cipriani e dal gioielliere De Grisogono hanno portato a Wall Street alcune delle migliori voci della nuova e vecchia musica internazionale, da Lionel Richie a Mary Jai Blythe ad Alicia Keys. Scatenata, felice di poter cantare per il pubblico d’élite del mondo finanziario di New York e di poter contribuire, con il suo concerto, alla raccolta fondi sponsorizzata da Cipriani per riportare in auge la zona di Ground Zero, Beyoncé sembrava veramente una giovanissima Tina Turner: le stesse mosse, le stesse splendide gambe muscolose gettate in faccia al pubblico, la stessa femminilità e sensualità e le stesse ballerine nere che la seguivano come un’ombra nel ritmo scatenato dell’hip hop oggi più amato dalle ragazzine americane.
Se le teenager di dieci anni fa avevano preso come modello di stile e di vita Cindy Lauper o Madonna, quelle di oggi trovano in Beyoncé un modello di bellezza e di pop griffato che le fa vestire, a milioni, come lei. Ma al contrario della Lauper e di Madonna, Beyoncé offre alle ragazzine il modello della giovane artista di colore: a presentarla, infatti, sul palco di una sala addobbata tutta in bianco e rosa e piena di vip è stata la campionessa di tennis Venus Williams, fasciata in un vestito da sera nero ricoperto di strass. Tra il pubblico c’erano poi altri grandi nomi della musica nera, dal rapper P. J. Diddy a Jay-Z, suo manager e suo compagno nella vita. Nei giorni scorsi sulle riviste di gossip era apparsa la notizia che forse Beyoncé aspetta un bambino, ma la cantante ha negato tutto.
Sul palco è esplosa invece nella sua danza: coraggiosa dal punto di vista musicale e onesta dal punto di vista delle sue liriche, semplici e accattivanti, Beyoncé era la stessa performer che era esplosa sul mercato americano col suo primo album solista, Dangerously in love, con il quale aveva ottenuto vendite milionarie diventando la regina dell’hip hop.
Il pubblico intervenuto alla serata non era quello che solitamente accorre ai suoi concerti: a prenotare i tavoli di Cipriani per i sette concerti (al costo di 100mila euro per dieci ospiti) erano stati finanzieri, avvocati e uomini d'affari di una certa età. Ma appena Beyoncé ha intonato le prime note di Naughty girl, che contiene il refrain del classico Love to love you baby di Donna Summer, i vip newyorchesi hanno riscoperto la vecchia frenesia da discoteca. Con questo tuffo nel passato la cantante ventiquattrenne, nata a Houston in Texas e divenuta famosa grazie al suo gruppo delle Destiny Child, ha dimostrato di essere non solo una grande performer ma anche una donna e una creatura musicale con la quale anche gli americani di una certa età si possono divertire: quando ha cantato il classico di Tina Turner Proud Mary ha spinto decine di spettatori ad alzarsi e ballare.
L'abbiamo incontrata nel suo camerino: a vederla da vicino è ancor più bella e si è illuminata quando le abbiamo detto che ci ha ricordato una giovane Tina Turner.
«È il mio mito! Devo cantare per lei a Washington nelle prossime settimane e non vedo l’ora. Vorrei imparare da lei tutti i segreti del mestiere».
La Turner ha continuato a cantare fino a una certa età, ha sacrificato molto alla sua carriera e che ha sofferto molto in privato...
«Io sono serena e vivo per la mia musica, ma sono anche sicura che un giorno vorrò dedicarmi alla famiglia. Mi piacerebbe lavorare di meno, ma sono ancora giovane. Eppure a differenza di Tina non mi vedo sul palco per tutta la vita».
Dopo l’esperienza in Austin Powers in Goldmember (2002) le piacerebbe passare al cinema?
«Non credo. Adoro la musica».
Cosa la distingue dalle altre grandi star di oggi, Jennifer Lopez, Mariah Carey, Britney Spears, Cristina Anguilera?
«Devono dirlo i miei fan, quelli che mi seguono da un concerto all’altro».
Lei adora la moda italiana: qual è il suo stilista preferito? «Non posso dirlo, mi farei troppi nemici.

Le ragazzine mi chiedono di far loro da esempio e l’unica cosa alla quale non rinuncio, nel mio guardaroba, è una certa eleganza, i capi che mi fanno sentire come una vera lady. Una ragazza non deve mai rinunciare alla classe. Deve essere bella dentro e fuori».

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