Così la Siria avverte turchi e sauditi: "Vi rispediamo a casa in una bara"

Damasco mette le cose in chiaro: ogni militare straniero sarebbe visto come un aggressore

Il presidente siriano Assad ispeziona le truppe a Darayya, sobborgo di Damasco
Il presidente siriano Assad ispeziona le truppe a Darayya, sobborgo di Damasco

Girano da giorni voci che vorrebbero l'Arabia Saudita, se non anche la Turchia, pronte a inviare soldati in Siria, per affiancare la coalizione impegnata contro il sedicente Stato islamico. Una prospettiva che, anche fosse soltanto fanta-geopolitica, a Damasco non piace per nulla.

Se ci fossero stati dubbi su questo punto, è arrivato il commento del ministro degli Esteri siriano, Walid al Muallim, a chiarire la posizione del regime siriano.

Se mai militari dei due Paesi dovessero superare la frontiera, ha detto il responsabile del dicastero, "torneranno a casa dentro una bara di legno".

Damasco vedrebbe ogni ingerenza da parte di Ankara o Riyad come una "aggressione terrestre di fronte alla quale sarà fatta resistenza".

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