Ebola contagia l'economia. Ecco chi guadagna e chi perde

A rischio la produzione di cacao e i colossi dell'acciaio e delle miniere che operano in Africa. Occhi puntati sui produttori di vaccini, come Glaxo

Ebola contagia l'economia. Ecco chi guadagna e chi perde

Alla fine l'incubo Ebola è sbarcato in Occidente con i primi pazienti che hanno contratto il virus direttamente in Texas e Spagna, e non solo nei Paesi africani dove tutto ha avuto inizio. E il rischio che l'epidemia locale diventi una vera pandemia si fa di giorno in giorno più concreto. In questo scenario, sui mercati internazionali si inizia a fare i conti con il virus e a studiare le strategie migliori per continuare a investire, e come investire, anche ai tempi dell'Ebola. Nell'occhio del ciclone ci sono prima di tutto le materie prime, come ha evidenziato un recente studio di Deutsche Bank. I Paesi colpiti dal virus e i loro diretti confinanti (come la Costa d'Avorio), sono infatti veri Eldorado per l'estrazione di oro giallo e oro nero, oltre che per la produzione di alluminio, cobalto, rame e cacao.

Gli esperti di Deutsche Bank calcolano che il 70% della produzione di cacao derivi proprio dai Paesi dell'Africa Occidentale. Se la crisi non rientra, è del tutto verosimile, quindi, attendersi rialzi consistenti dei prezzi per tutte le materie prime coinvolte.

Attenzione, poi, ai gruppo minerari che, pur operando direttamente nei Paesi colpiti dall'Ebola, sono quotati nei maggiori indici mondiali (e di conseguenza replicati dei portafogli dei fondi di gestione). Le numerose miniere nella regione (soprattutto per quanto riguarda l'oro) potrebbero, nei prossimi mesi, mettere sotto pressione diversi gruppi, a iniziare da Randgold Resources.Tra quelli più esposti al rischio di un'escalation, a giudizio di Db, AngloGold Ashanti, ArcelorMittal, Vedanta Resources e African Minerals. Si salvano Bhp Billiton e Anglo American, non presenti nella regione.

Meglio, comunque, essere prudenti visto che le misure adottate per arrestare l'epidemia (al momento ci sono limitazioni sui viaggi, ma Exxon sta ritardando i lavori nella regione e, già in agosto, ArcelorMittal ha evacuato i propri contractor dalla Liberia) potrebbero determinare, in futuro, rallentamenti nella produzione, penalizzando di conseguenza i bilanci societari e le valutazioni borsistiche. Pendono, inoltre, grossi punti interrogativi, soprattutto qualora la crisi dovesse aggravarsi sui gruppi attivi nel turismo (prevalentemente tour operator e compagnie aeree) e tempo libero (ristoranti, parchi divertimento, palestre), le cui quotazioni potrebbero risentire di un minor desiderio di evasioni esotiche con una pandemia in corso.

Sotto i riflettori, poi, i gruppi attivi nella ricerca di cure e vaccini che, invece, potrebbero beneficiare di un'ulteriore valorizzazione borsistica. Tra i primi, Tekmira Pharmaceuticals i cui trattamenti (Tkm-Ebola) sono stati autorizzati negli Stati Uniti, ma anche altre aziende biotech, come Sarepta Therapeutics, Nanoviricides, Inovio Pharmaceuticals, Bio Cryst Pharms e Chimerix, le cui cure sono in fase di sperimentazione.

Tra i colossi che lavorano al vaccino, attenzione a NewLink Genetics, Johnson&Johnson e GlaxoSmithKline (il cui vaccino, in fase di

sperimentazione, è sviluppato dalla Okairos di Napoli e Pomezia). Non solo. Wall Street sta riscoprendo anche società come Lakeland, attiva nell'abbigliamento protettivo. O gruppi specializzati nelle tecnologie per teleconferenze.

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