"Servono più Trump al mondo". Salvini lancia i dazi a difesa del made in Italy

Salvini rilancia: "Il vincolo del 3% va superato, ha portato fame e povertà". Poi annuncia: "L'obiettivo è portare la flat tax al 15% durante il quinquennio"

"Servono più Trump al mondo". Salvini lancia i dazi a difesa del made in Italy

"Sta mantenendo tutto quello che aveva promesso in campagna elettorale. Ha vinto le elezioni dicendo prima l'America e difende le aziende e gli operai americani. Anzi, averne di Trump". Per Matteo Salvini le politiche portate avanti da leader come Donald Trump e Vladimir Putin andrebbero importate anche in Italia. "Entrambi - spiega durante il faccia a faccia con Giovanni Minoli su La7 - difendono la loro gente". Se, però, deve scegliere all'interno del partito Popolare Europeo, il leader della Lega guarda al modello austriaco o al modello ungherese che difende il lavoro. "Il premier Viktor Orban - argomenta - difende i confini, difende le banche, difende la moneta e blocca l'immigrazioni. Se devo scegliere un paese ben governato, scelgo quello".

Pugno duro contro l'immigrazione clandestina, difesa dei confini, taglio drastico delle tasse e nuove politiche a livello monetario. Sono questi, a grandi linee, i punti principali del programma che Salvini vuole portare al governo in caso di vittoria alle prossime elezioni politiche. In cima alla lista c'è sicuramente la flat tax. Da valutare sono solo le aliquote. "Al 23% lasci fuori la metà degli italiani e così aiuti solo i ceti medio alti - spiega il leader lumbard - al 15% abbatti l'evasione e aiuti tutti". Nell'arco del quinquennio l'obiettivo è arrivare al 15%. "Ha funzionato in tutto il mondo ovunque è stata applicata: dalla Russia all'Ungheria agli Stati Uniti".

Per rilanciare il sistema Italia, Salvini sta studiando l'ipotesi di adottare misure ferree che tutelino il made in Italy. Anche in questo caso il modello è Trump. "Se gli italiani mi sceglieranno come presidente farò come Trump - annuncia il leader del Carroccio - pur di difendere i lavoratori e gli imprenditori italiani, sono pronto a mettere dei dazi a protezione del made in Italy". E spiega: "Vuoi licenziare in Italia, produrre sottocosto all'estero e rivendere in Italia? Allora paghi il 50% di tasse in più".

Una volta al governo, Salvini intende ridiscutere i rapporti con Bruxelles. A partire dalla moneta unica. "Non ho cambiato idea e mai cambierò idea - spiega a Minoli - l'euro era una moneta sbagliata prima, ed è una moneta sbagliata oggi. O l'Europa cambia o l'Italia non ha senso che rimanga in questa gabbia". Il suo obiettivo resta, quindi, quello di cambiare i trattati. "Se vinco le elezioni vado a Bruxelles e dico: 'Cambiamo sulle banche, sul commercio, sull'agricoltura, sulla moneta' - promette - se mi dicono: 'Hai ragione', sono felice. Se mi dicono 'no', allora devo mettere in sicurezza gli italiani e sono pronto a tutto". Tra gli accordi che vorrebbe rivedere c'è anche il vincolo che ci impone di tenere il rapporto deficit-pil entro la soglia del 3%. "Questo vincolo ha portato in Italia fame e povertà - spiega Salvini - se vado al governo ho il dovere di tutelare la mia gente superando questo vincolo.

Per vent'anni ci hanno detto che bisognava tagliare, tagliare e sacrificare e il debito è cresciuto a dismisura - conclude - bisogna fare il contrario, lasciare che la gente lavori, che spenda e che paghi".

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