Non si vedeva un colpo di Stato in Turchia dal 1982. Il primo fu bel 1960, dopo un periodo di lunga opposizione tra il governo e l'opposizione. Il Partito Democratico si allontana dai precetti che dominavano dell'epoca di Ataturk. Concesso l'apertura di nuove moschee, legalizza la predicazione in arabo al posto del turco e apre le scuole alle personalità religiose. Allo stesso tempo, si aliena l'opposizione imponendo nuove leggi restrittive sulla libertà di stampa.
Il crescere delle tensioni determinò l'imposizione della legge marziale. Il 27 maggio del 1960 l'esercito prese il potere, il presidente, il primo ministro e alcuni ministri del gabinetto furono arrestati.
Il secondo golpe avvenne nel 1971. La crisi economica si faceva sentire sempre di più, anche a causa dei moti del 1960. Le manifestazioni erano sempre più frequenti, così come il malessere dei lavoratori. Così a marzo l'esercito interviene ancora una volta per "ristabilire l'ordine". I militari non governano in senso vero e proprio in questo periodo.
Tra la fine del 1979 e l'inizio del
1980 l'esercito turco pensa ancora una volta al colpo di Stato. Promosso e poi rimandato, viene compiuto a settembre, quando i militari annunciano in diretta tv l'inizio della legge marziale e lo scioglimento del governo.
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