Morimondo, il monastero ritrova l’antico splendore

Omnia possibilia sunt credenti. Tutto è possibile a chi crede. Così San Bernardo esortava i suoi monaci a non demordere nel loro cammino di vita monastica, di preghiera e lavoro. E lo stesso insegnamento lo hanno messo in pratica tutti quelli che dal 1982 a questa parte hanno avuto a che fare con il restauro dell’abbazia di Morimondo. Venticinque anni dall’acquisto da parte del Comune, cinque anni di lavoro, sette milioni di euro di spese. Risultato: il monastero è tornato al suo antico splendore e sono stati riportati alla luce «pezzi di storia» con decorazioni uniche al mondo. Sabato e domenica si terrà l’inaugurazione del monastero restaurato e sarà possibile ammirare la cucina di una volta, le celle, la tessitura, lo scriptorium, dove i monaci amanuensi e i copisti trascrivevano i testi antichi. Si possono ancora vedere le lettere dell’alfabeto che il maestro scriveva sulle pareti, come una lezione sulla lavagna, per insegnare agli studenti copisti la grafia e gli incipit. I lavori di restauro sono ancora in corso su parte della facciata e nel dormitorio. Intanto si festeggia: in programma sabato sera un concerto di Antonella Ruggiero e, nei prossimi mesi, incontri in biblioteca e la creazione di un centro di cultura e architettura cistercense. Il sogno del sindaco di Morimondo, Maurizio Spelta, che 25 anni fa firmò l’acquisto da parte del Comune del cenobio monastico, è quello di realizzare, per l’Expo 2015, una mostra che raccolga tutti gli 80 codici di Morimondo sparsi nel mondo.
«L’inaugurazione del monastero restaurato - spiega l’architetto Giovanni Carminati, che ha seguito il progetto - avviene proprio all’inizio di ottobre quando, nel 1134, i primi dodici monaci cistercensi arrivarono dall’abbazia di Morimond, nel nord della Francia».

Morimondo ha una particolarità: è l’unico monastero costruito tra il dodicesimo e il tredicesimo secolo disposto su più piani. «Siamo eredi - spiega l’assessore lombardo alle Identità culturali Massimo Zanello - di un patrimonio splendido, un luogo non solo di culto e di arte ma che ha anche determinato rapporti economici».

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