da Milano
Il primo «pentito» dellattuale saga petrolifera ha un nome e un cognome importanti: trattasi di David OReally, amministratore delegato della ChevronTexaco, luomo che a colpi di slogan pubblicitari aveva invitato tutti alla rassegnazione - a cominciare dagli inviperiti automobilisti - perché lera del greggio a poco prezzo «è finita». Ma adesso, proprio mentre il greggio corre verso i 71 dollari, OReally ha cambiato idea. Un ripensamento radicale. Una sconfessione totale del proprio pensiero, dispensato fino a non molto tempo fa con quellaria da bullish, da convinto supporter della fase rialzista delle quotazioni. Pronto a ricordare come il drago cinese soffiasse su quella crescita per sostenere la propria espansione. Ora Mr. Chevron storce il naso, forse nel timore che la contrazione dei consumi di carburanti provocata dai continui rincari possa intaccare gli utili della compagnia: «Non penso che 70 dollari sia un livello sostenibile, così come 60 o 50 dollari - ha dichiarato OReally secondo quanto riportato dal Wall Street Journal -. A questi prezzi, la crescita della domanda rallenterà il passo. Inoltre, sta arrivando anche un aumento della capacità». Per il numero uno del colosso petrolifero, insomma, le spinte a un calo dei prezzi del greggio arriveranno sia dal lato della domanda, che da quello dell'offerta. Nel primo caso, complice proprio il recente balzo dei prezzi, i Paesi inizieranno a diminuire la richiesta di greggio. Nel secondo caso, invece, sarà lo stesso aumento della capacità a raffreddare i prezzi. In ogni caso, OReally è convinto che i prezzi del petrolio resteranno sopra i livelli degli anni Novanta.
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