Nemmeno la figlia crede al racconto del mostro

Taranti«Sono d’accordo che debba pagare, ma sono contraria alla pena di morte: deve pagare giorno per giorno, lentamente, per quello che ha fatto: voglio andare in carcere a trovarlo per sentire con che coraggio mi parlerà e gli chiederò: “come ti è venuto in mente?”». Così, con queste parole, il giorno dopo i funerali di Sara Scazzi, torna a far sentire la sua voce Sabrina, figlia di Michele Misseri, l’uomo che ha ucciso la nipote 15 enne, «ma prima di abbandonare il corpo ho recitato l’Ave Maria», ha detto agli inquirenti.
Proprio Sabrina, 22 anni, che quel giorno aveva appuntamento con Sara per trascorrere una giornata al mare, decide di rompere il silenzio dinanzi alle telecamere di Domenica Cinque; accanto a lei ci sono la sorella, Valentina, e la madre, Cosima Serrano, che dice chiaro e tondo: «Neanche morto permetterò a Michele di tornare ad Avetrana, al cimitero dove ora riposa Sara».
Non hanno partecipato ai funerali perché «ci hanno consigliato di non uscire», spiega Sabrina. Che racconta: «Penso che la gente sia convinta che abbiamo coperto nostro padre e che eravamo complici, ma non è assolutamente vero». Lei, la cugina del cuore di Sara, ricorda quel giorno: «Io non mi sono accorta di niente», spiega. E a proposito del padre aggiunge: «Credo che abbia fatto tutto da solo, chi può averlo aiutato e può aver sostenuto un peso così grande?». La cugina poi ricostruisce quelle ore: «Sara doveva venire da me per andare al mare. Mio padre dice che è entrata nel garage, ma non penso sia vero perché lei non scendeva mai di sua spontanea volontà: forse lui era fuori e le ha detto di entrare chiedendole di dargli una mano». Dunque, nemmeno la figlia crede che il padre abbia detto tutta la verità. «Quando è arrivata la mia amica Mariangela – prosegue Sabrina – sono scesa dalle scale e mio padre era già fuori, era tranquillo e mi ha detto di non aver visto Sara». La cugina della quindicenne afferma di non aver mai avuto sospetti: «Non mi ha mai dato modo di dubitare di lui, era preoccupato per la scomparsa e si chiedeva che cosa fosse successo; avevo brutte sensazioni perché, conoscendo bene Sara, non poteva essere una fuga volontaria ma non ho mai sospettato che l’assassino potesse essere in casa». Vicino a lei c’è la sorella, Valentina: «Spero che mio padre non si dimostri vigliacco anche in questo e che non tenti di uccidersi in carcere. Io certo non andrò a trovarlo».
Intanto, le indagini vanno avanti. Gli inquirenti oggi ascolteranno il fratello della vittima, Claudio, il quale nei giorni scorsi ha dichiarato che la sorella si era confidata con la cugina riguardo a passate molestie. I carabinieri stanno inoltre scavando nella vita dello zio assassino, che è stato dieci anni in Germania dove ha lavorato anche in un cimitero come giardiniere. Il fratello, Ottavio, lo difende: «Non ci credo, non credo a quella confessione», dichiara precisando che il padre «non ha mai compiuto abusi in famiglia».

E mentre si rincorrono le ipotesi e prende consistenza il sospetto che Michele Misseri non abbia detto tutto, ad Avetrana prosegue il macabro pellegrinaggio dinanzi alla cisterna dell’orrore. Perfino ragazzi, famiglie, genitori con i bambini in braccio.

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