«Noi, al servizio dell’apparato pubblico»

Il top manager: «È il modo per mettere in moto l’economia»

Enrico Boschivi

Claudio Aruta è l’amministratore delegato di Ing Operleasing, società che fa capo al colosso bancario olandese Ing Group. Gli chiediamo: da quanto tempo siete attivi nel leasing per la Pubblica amministrazione?
«Dal 1995 e siamo leader. Abbiamo fatto 2mila gare e il nostro attuale portafoglio di contratti vale 500 milioni; attualmente siamo in corsa per altri 1.000».
Qual è il settore in cui siete più presenti?
«Quello della Sanità, soprattutto negli investimenti in impianti e tecnologie».
Ma il leasing non è tipico dei beni strumentali? E cioè degli investimenti in attrezzatuire capaci di produrre reddito?
«In effetti il leasing al servizio della Pubblica amministrazione ha caratteristiche innovative rispetto a quello tradizionale che si rivolge alle imprese. I presupposti del leasing sono la messa a disposizione del bene e la capacità dell’utilizzatore di metterlo a profitto perché si paghi da solo. Se un’impresa è sull’orlo del fallimento è difficile che un bene venga messo a sua disposizione in quanto è forte il rischio che non paghi».
Ma la Pubblica amministrazione non genera ricavi per pagare il bene...
«É vero. Ma la Pubblica amministrazione è un soggetto che non può fallire, ha la garanzia dello Stato. Il suo problema è di non avere una contabilità aziendale che correli costi e ricavi (i finanziamenti), e l’investimento in leasing la aiuta a organizzarsi con un moderno sistema di centri di costo».
E dunque?
«I vantaggi sono molteplici e per tutti. Facciamo il caso dell’acquisto di un’attrezzatura per la Tac. Se ad acquistarla è l’ospedale, direttamente, il fornitore sa che non verrà pagato rapidamente, e il prezzo ne risente. Se paga la società di leasing, il pagamento è immediato e lo sconto sarà il più alto possibile. In più, un’attrezzatura tecnologicamente avanzata va gestita e manutenuta, con ulteriori costi che noi comprendiamo nella rata di leasing, senza altri esborsi per l’ospedale. Il risultato è un sistema di garanzie integrate dentro la rata, con la più completa efficienza del bene».
Il vostro acquisto da chi è garantito?
«Dall’ente, che essendo pubblico ha il rating dello Stato. Guardi che il leasing nella Pubblica amministrazione si fa con successo da trent’anni, e che in Austria e Germania il leasing negli ospedali è diffusissimo».
Qual è il suo potenziale di crescita?
«Incalcolabile».
In quali altri settori statali è possibile?
«Praticamente tutti. Pensi a ospedali, caserme, scuole, asili, case di riposo, strade non a pedaggio. Tutte attività che non possono rientrare nel project financing, perchè non generano ricavi. La forza del leasing è la sua trasparenza e il fatto di diventare debito solo nel momento in cui il bene diventa produttivo».
Per esempio?
«Poniamo che un Comune voglia costruire dieci scuole da un milione l’una. Con procedure normali, una scuola può essere realizzata in tre anni, in 10 anni al massimo si faranno tre scuole. Vengono occupati i bilanci, il tempo dilata costi. Non lo dico io: lo dice la storia».
E con il leasing?
«Si fanno le dieci scuole subito, con i soldi della società di leasing, scelta con bando di gara. Il controllo sulla costruzione resta dell’ente, che comincia a pagare le rate solo a consegna avvenuta: quando cioè il bene diventa realmente utilizzabile».


Un vantaggio inequivocabile
«L’ente pubblico, in più, mette in moto l’economia, senza pagare fa le opere, cui fa poi fronte a rate».
Perché non lo fanno già tutti allora?
«É un problema di cultura e di mentalità. Noi vogliamo portare avanti questa cultura».

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