Antonio Vettese
È tempo di vacanze per Luna Rossa, dopo mesi di prova e riprova, di speed test, di Act e regate di allenamento il sindacato chiude per un paio di settimane. I più corrono a casa: castagne e caminetto. Qualcuno penserà a sciare anche se non sono proprio mesi di team building ma lo sono di speed building. Cervelli e fisici sono stanchi per il lavoro ripetitivo di queste settimane, alla ricerca dell'infinitesimo miglioramento, senza il vero contatto con la gara e l'avversario finisce per fiaccare di più, insomma annoiare. Così nel vecchio porto di Valencia il livello di attività è piuttosto basso, alcuni sindacati si sono spostati alla ricerca di vento in altri mari, Alinghi in Dubai, Bmw Oracle e Emirates Team New Zealand a Auckland mentre altri aspettano novità: qualcuno soldi freschi, altri barche fresche.
In questa atmosfera le notizie più forti per Luna Rossa arriveranno dopo metà gennaio, quando sarà pronto il secondo scafo, che dovrebbe avere il numero velico Ita 94. Ovviamente, come sempre, su come sarà questo secondo scafo c'è il massimo segreto, ma i cervelli dei progettisti fumano ancora per la concentrazione: mica il loro lavoro è finito con la costruzione dello scafo, adesso inizia il bello. In questo momento solo i neozelandesi dispongono già della seconda barca navigante e completa, con il numero velico NZL 92 ha già navigato piuttosto intensamente nel golfo che per due volte è stato il teatro della Coppa. I kiwi sono stati i primi a navigare con la prima barca nuova e sono i primi ad avere la seconda, il loro programma li porta ad avere i tempi di collaudo e messa a punto più lunghi degli altri. Per il momento da sindacato «confuso» sono passati alla posizione di «assolutamente temibili», anzi quasi favoriti. Come dice il loro team leader Grant Dalton, l'uomo degli oceani, tanto per sottolineare quanto sia importante dedicare tempo al collaudo: «Abbiamo varato la prima un anno fa e ancora adesso scopriamo cose nuove».
La seconda barca kiwi, che è disegnata da un team con lo spagnolo Marcelino Botin, riprende e forse esaspera i concetti della prima. La madrina del varo è stata il primo ministro Helen Clark e alla cerimonia hanno assistito ottocento persone. La sorpresa è stata la vittoria del mondiale star, molto netta, da parte di Hamish Pepper, il tattico che i neozelandesi hanno messo alla porta dopo la passata edizione che così dimostra insomma di sapere qualcosa di vela. Magari il licenziamento gli ha messo nuova grinta addosso, però il mondiale star è una vittoria che richiede maturità ed esperienza. Tra le barche novità ha iniziato a navigare anche Ita 85, la barca di +39 di cui il timoniere Iain Percy è piuttosto soddisfatto, le famose «prove di carico» sono state piuttosto rapide e fin dai primi giorni lo scafo disegnato da Giovanni Ceccarelli ha issato le vele. La barca non è convenzionale e sarà interessante il confronto con le più titolate. Prosegue la costruzione del secondo scafo di Mascalzone Latino Capitalia mentre l'equipaggio prosegue gli allenamenti sul primo scafo. L'assegnazione dei numeri velici è arrivata al numero 99, e siccome anche l'ultimo sindacato che era in dubbio di riuscire a completare il budget, quello cinese, ha dichiarato la costruzione della barca si dovrebbe arrivare al numero cento, come previsto.
Questi giorni di pioggia sono serviti anche per una riunione sui diritti televisivi, che fanno molto discutere e non solo per i problemi economici che si portano dietro. Ac management, che produce le immagini, vorrebbe piazzare a bordo delle barche dei cameramen in carne e ossa, gli sfidanti vorrebbero fossero usate le cameracar fisse come succede in molti sport: leggere, non impacciano, non cadono in mare e se proprio cadono, ci restano.
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