New York - È un Obama disperato che ci riprova ancora: questa sera in diretta televisiva presenterà un nuovo piano di stimolo da 300 miliardi di dollari per sostenere il mercato del lavoro e rilanciare l’economia. Un ultimo disperato tentativo per evitare una seconda recessione che sembra dietro l’angolo e per combattere una disoccupazione ferma al 9,1% (lo scorso mese la locomotiva americana non ha creato nessun posto di lavoro e i disoccupati sono oltre 14 milioni).
Il primo piano di stimolo il presidente Obama lo presentò nel febbraio 2008, all’indomani del suo insediamento alla Casa Bianca, ben 1.300 miliardi di dollari che non hanno però salvato l’economia americana e diminuito la disoccupazione (peggiorata fino a toccare il 9,6%). E così il suo indice di gradimento è in picchiata libera e ha toccato due giorni fa il gradino più basso, il 43% secondo la Rasmussen exit poll. Fino a scendere al 37%, quando si parla delle sue scelte economiche e finanziarie. Addirittura, secondo una indagine della Nbc, quasi 3 americani su 4 pensano che Obama stia guidando il Paese nella direzione sbagliata. Non a caso, il front-runner repubblicano, il governatore del Texas, Rick Perry, sconfiggerebbe Obama se le elezioni si tenessero il prossimo novembre con un secco 44 a 40.
Numeri da brividi per il presidente che solo rilanciando la fiacca economia può sperare di essere rieletto il prossimo anno. E così questa sera, a Camere congiunte, Obama presenterà in dettaglio il suo nuovo piano che prevede ben 200 miliardi di dollari per l’estensione degli sgravi fiscali alle imprese e ai lavoratori (il vituperato piano Bush che scade a fine anno) e un prolungamento dei sussidi ai disoccupati di altri sei mesi (di solito la cassa integrazione negli Usa dura un anno). Poi ci sarebbero 50 miliardi di dollari di aiuti a fondo perduto a quelle imprese che assumono e altri 50 miliardi di dollari da investire nei lavori pubblici, soprattutto in superstrade, autostrade e ponti.
Il vero problema è dove il leader democratico troverà questi miliardi. Le anticipazioni parlano di una riduzione delle spese in diverse aree quale l’imponente bilancio militare (con ben due fronti aperti in Irak e Afghanistan) e l’aumento delle entrate fiscali nei prossimi anni con un prelievo aggiuntivo sui ricchi e ricchissimi. E qui il nuovo piano di stimolo rischia di infrangersi prima ancora di essere presentato al Congresso, per la fiera opposizione dei repubblicani (che hanno la maggioranza nel Congresso). Un copione che si è già visto durante le trattative che hanno evitato al governo il «default», proprio nell’ultimo giorno utile.
La tensione è così alta tra il presidente e i repubblicani, che Obama aveva chiesto di parlare al Congresso ieri sera, ma lo speaker gli ha risposto con un secco no perché poche ore dopo in California, nel museo-biblioteca dove riposa l’ex presidente Reagan, si sarebbe svolto il dibattito tra i candidati che aspirano alla nomination repubblicana con la prima assoluta del governatore Rick Perry, famoso per il suo linguaggio colorito e un po’ da cowboy. Obama quindi ha dovuto ripiegare a questa sera - di solito i presidenti parlano in «prime time» alle ore 21 - ma in concomitanza c’è la prima del campionato di football tra i campioni in carica, i Green Bay Packers contro i Saints di New Orleans.
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