Ottimismo bianconero

Torino Avrebbe potuto essere la settimana di un doppio ko difficile da digerire. Invece la Juventus di mastro Del Neri si gode due giorni di riposo con la testa sgombra da cattivi pensieri: pareggio a Manchester e pareggio a San Siro contro l'Inter, i gufi lontani e pensieri positivi che si affacciano qua e là. «Del Neri è un tecnico esperto che riesce a gestire le situazioni al meglio - ha detto ieri Marotta -. Si chiede sempre un allenatore straniero come se questi si portasse dietro chissà cosa: io invece credo che il prodotto italiano, anche sul piano degli allenatori, sia competitivo al massimo livello». Non è un riferimento a Benitez o a chissà chi: certo però la Juve ha sposato la strada italiana e intende difenderla in tutti i modi. Nel frattempo, in attesa della ripresa del campionato che la vedrà protagonista in casa contro il Lecce prima di andare a Bologna e ricevere poi il Milan, la Signora prende atto dei suoi miglioramenti ben sapendo di dovere e potere progredire ancora ovunque.
DIFESA 6. I nove gol presi (in casa) tra Sampdoria, Lech Poznan e Palermo avevano terrorizzato chiunque. Del Neri non si è perso d'animo e ha apportato alcuni correttivi, innanzi tutto chiedendo al centrocampo di aiutare maggiormente la linea dietro, poi cambiando alcuni interpreti. E se Rinaudo, esterno destro, potrà essere una soluzione di ripiego, l'ascesa di Grygera nella considerazione del tecnico è notevole: il ceco è stato utilizzato a sinistra quando si è fermato De Ceglie e a destra quando l'aostano è tornato a disposizione. Risultato: reparto più solido perché le sortite offensive del connazionale di Nedved sono state ridotte al lumicino e le attitudini di marcatore puro sono superiori a quelle di Motta e di De Ceglie. Quest'ultimo si è ripreso il posto contro il City (suo l'errore sul gol subito) e l'Inter: quando sarà pronto Traorè, potrebbe rischiare la panchina. Va peraltro ancora affinata l'intesa tra Bonucci - abituato a giocare molto "basso" nel Bari - e Chiellini: un po' troppo narciso il primo, che però a Milano non ha esitato a buttare la palla in tribuna in un paio di circostanze dimostrando così di avere capito certe lezioni.
CENTROCAMPO 7. Finora la nota più lieta. Perché Melo (che a San Siro ha anche invitato alcuni tifosi juventini a smetterla di intonare “booh“ razzisti nei confronti di Eto'o) è in effetti un giocatore rinato («i giocatori non sono macchine - è il parere di Marotta - ma ragazzi che vanno aiutati nella crescita») e intorno a lui Marchisio, Krasic e Aquilani hanno dimostrato di essere giocatori di livello. Il serbo, che si sta sforzando di imparare la fase difensiva al pari della lingua italiana, ha confermato contro l'Inter di poter essere devastante: crescerà ancora, pur se pian piano gli avversari ne prenderanno le misure. Piuttosto, contro l'Inter Del Neri ha schierato per la prima volta insieme Marchisio e Aquilani in un reparto che ha giocato per alcuni minuti “a tre“ e poi “a quattro“: la dimostrazione che il 4-4-2 non è il suo unico credo e che, con il miglioramento della condizione fisica da parte del romanista, le armi da utilizzare potrebbero aumentare.
ATTACCO 5,5. Qui restano i dubbi, pur se la Juve ha segnato dodici gol in campionato, solo quattro dei quali però con le punte vere e proprie. La coppia che Del Neri ha in mente è Amauri-Iaquinta: finora però li ha potuti schierare insieme solo nel secondo tempo contro il Palermo e per quasi tutta la partita contro il Cagliari.

I due - che quando hanno giocato insieme da titolari, contando anche le stagioni passate, hanno un bilancio di 11 partite vinte e 5 pareggiate - garantiscono fisico e forza d'urto, abilità nel gioco aereo e capacità di andare in profondità. Nessuno dei due è tuttavia un vero bomber da 20 gol sicuri: non lo é neppure Quagliarella né da Del Piero si possono pretendere miracoli. E difficilmente nel mercato di gennaio arriverà chissà chi.

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