Marco Pirola
Se fosse stato un incontro di pugilato si potrebbe dire che nel consiglio comunale di sabato il sindaco di Monza se ne è stato nell'angolo come un pugile suonato da un gancio micidiale. La sentenza del Consiglio di Stato che boccia l'operato della giunta di sinistra sul parcheggio di piazza Trento e Trieste ha «toccato» l'avversario. Michele Faglia ci ha provato a riconquistare il centro del ring aiutato anche dalla claque sugli spalti fatta arrivare dai quartieri rossi. Ma la maglietta provocatoria indossata per l'occasione dal leghista Massimiliano Romeo con la scritta: «dimettiti» è stata peggio della «muleta» per un toro nell'arena. Urla, Insulti, contatto fisico sfiorato per un niente. A dirigere le truppe cammellate sugli spalti c'era nientemeno che il segretario cittadino di Rifondazione comunista.
In più di un'occasione si è sfiorata la rissa con i giovani di An venuti a sostenere le ragioni degli ambulanti e i consiglieri del centrodestra per nulla remissivi agli schiamazzi pro Faglia. Poi l'intervento dei vigili urbani e un presidente del consiglio particolarmente ispirato al buonismo, hanno riportato tutti alla ragione. Anche se dopo la buriana l'oggetto all'ordine del giorno (la realizzazione di una strada in periferia, la prima delibera urbanistica da quattro anni a questa parte) è stata approvata, lo strascico di quanto successo in settimana ha lasciato il segno.
La sentenza condanna il Comune a bloccare i lavori per il parcheggio da 500 posti che ha fatto sloggiare le bancarelle del mercato, ma sul cosa fare in futuro non c'è chiarezza nella giunta. Al di là degli slogan sul modello «tiremm innanz» l'assessore al commercio sostiene una posizione e il sindaco un'altra. Per Alberto Palma, che prima di fare il politico era vicepresidente dei commercianti, gli ambulanti non torneranno in Centro. Il primo cittadino invece sostiene il contrario: «È una sentenza drastica che ci costringerà a fermare i lavori ma non a rinunciare al progetto - spiega Michele Faglia -. I magistrati sono entrati nel merito delle scelte dell'amministrazione e di alcuni aspetti tecnici rispetto ai quali non sono qualificati». «Un nervo scoperto quello della bocciatura del Consiglio di Stato che porta alla luce una gestione quanto meno approssimativa della vicenda - commenta Dario Allevi, capogruppo di Alleanza nazionale - gestione condita da una certa arroganza che è stata punita dai giudici. Non capisco perché quando il Comune vince le cause in maniera anche parziale come su Cascinazza i magistrati sono bravi e ora che hanno dato torto sono diventati improvvisamente cattivi».
Gli fa eco Massimiliano Romeo, capogruppo del Carroccio nonché segretario provinciale leghista. «Certo che la mia era una provocazione - commenta divertito Romeo - l'ho già fatto altre volte, ma sabato aveva una valenza diversa perché la bocciatura solenne arriva da un organo dello Stato che ha dato ragione a 98 ambulanti».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.