Piccole imprese centrali per la banca del futuro

A dirlo è uno studio di Capgemini, UniCredit e Efma. Ma gli istituti devono stringere sul territorio e migliorare la gestione del rischio

La crisi dell'economia mondiale ha posto il sistema bancario dinanzi alla sfida di sviluppare le attività pensate per le piccole e medie imprese. L'obiettivo è creare un effetto volano contro la coda della recessione e riuscire a gestire un rischio di credito inevitabilmente crescente. Per riuscirci, secondo il rapporto «Small Business Banking and the Crisis» - realizzato da Capgemini, Unicredit ed Efma - le banche commerciali dovranno però aumentare la vicinanza ai clienti e migliorare il sistema di gestione del rischio di credito.
Il rapporto, basato sulle interviste a 58 grandi istituti commerciali di 21 Paesi, conferma il ruolo strategico del mercato delle piccole imprese. Queste rappresentano il 99% di tutte le aziende (in Europa, Giappone e Stati Uniti) e il 51% degli occupati (economia privata e non finanziaria).
Nonostante il suo potenziale di sviluppo, il mercato delle piccole imprese resta però rischioso e complesso per l'industria del credito a causa della sua bassa capitalizzazione, della mancanza di una valutazione dell'affidabilità creditizia e di tassi di fallimento elevati in confronto alle aziende di dimensioni maggiori.

«Il mercato delle piccole imprese rappresenta quasi un terzo del reddito bancario netto delle banche commerciali e quasi la metà del totale delle attività ponderate in base al rischio. Questo mercato, quindi, è indispensabile ma impegnativo», commenta Patrick Desmarès, segretario generale Efma.
Per le banche commerciali saranno dunque determinanti le misure adottate contro la crisi.

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