Aerei, treni e asili nido Gli scioperi fermano la locomotiva d'Europa

Ondata di proteste anti-Merkel Più che raddoppiate le giornate di lavoro perse rispetto al 2014

Aerei, treni e asili nido Gli scioperi fermano la locomotiva d'Europa

BerlinoIl premio per la sintesi più calzante va al lettore di un giornale online. Commentando l'inizio dell'ennesimo sciopero dei treni indetto dal sindacato autonomo dei macchinisti (Gdl), ha scritto: «Sono così stufo che scriverò a Gdl una dura lettera di protesta. Prima però devo portare i bambini all'asilo... ah, dimenticavo: l'asilo è in sciopero». Al posto del tradizionale autunno caldo, i tedeschi si sono inventati la primavera bollente. Dall'inizio dell'anno quasi ogni settimana ha scioperato una categoria diversa di lavoratori: dai piloti d'aereo, agli addetti agli asili comunali, fino ai corrieri che riforniscono i bancomat. Astensioni dal lavoro capaci di inceppare l'organizzatissima macchina produttiva tedesca. Se a ciò si aggiunge che fra una protesta e l'altra hanno incrociato le braccia per otto volte i macchinisti della Gewerkschaft Deutscher Lokomotivführer, ce n'è abbastanza per parlare di un annus horribilis per l'economia della Germania. Secondo l'Istituto di Colonia per la Ricerca economica (Iw), dall'inizio dell'anno sono già state perse 350 mila giornate di lavoro contro le 150 mila di tutto il 2014. Il danno economico per la sola Deutsche Bahn (DB), la compagnia ferroviaria tedesca, ammonterebbe a 750 milioni di euro.

Forte dei suoi 17 mila iscritti (contro i 210 mila di Evg, l'altra sigla del settore), lunedì Gdl ha proclamato il nono stop ai treni e alle metropolitane di superficie delle grandi città. Nell'alzare la posta, il baffuto leader dei macchinisti Claus Weselsky si è superato: lo sciopero indetto va considerato «senza fine» e se non sarà presto accordo con DB, ha messo in chiaro, l'astensione del lavoro durerà «più a lungo» di quella di inizio maggio. Una vera spada di Damocle sulla rete ferroviaria più estesa d'Europa: l'ultimo sciopero è durato sette giorni, un record senza precedenti nella storia della Germania post-bellica. Al centro della vertenza nata per una rivendicazione salariale, c'è la capacità della sigla di firmare contratti collettivi per tutte le categorie di iscritti, non solo, cioè, per i macchinisti. Fumo negli occhi tanto per DB quanto per il governo di grande coalizione, in fremente attesa che il Bundestag approvi un progetto di legge contro la frammentazione sindacale. Il ministro dei Trasporti Alexander Dobrindt non ha escluso il ricordo a un arbitrato obbligatorio: «La Tarifautonomie (la contrattazione collettiva che di norma non coinvolge il governo, ndr ) presuppone la volontà di arrivare a un compromesso, ma non tutti stanno facendo prova di tale volontà». Durissimo intanto il sindacato Evg. La principale sigla del settore è d'accordo con Gdl nel chiedere l'aumento del 5% del salario e la riduzione delle ore di lavoro da 39 a 37, tuttavia non sente il bisogno di alcun nuovo partner negoziale e condanna senza mezzi termini il nuovo sciopero: «È solo una prova di forza», ha dichiarato al Giornale il portavoce Uwe Reitz, «una questione ideologica giocata sulla pelle degli utenti». Diventati in pochi mesi esperti di scioperi selvaggi, i tedeschi imparano a memoria i piani di emergenza delle ferrovie.

E mentre cercano di capire quando treni e asili riprenderanno a funzionare, nuove nuvole appaiano all'orizzonte: in queste ore due sindacati dei piloti hanno reso noto che da luglio gli scioperi potrebbero riprendere anche nei cieli.

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