«Se vincesse il Sì sarebbe meglio andare in un altro Paese, perché verrebbe meno la democrazia». La riforma della Costituzione è «tagliata su misura per la convenienza di Matteo Renzi. Ma lunedì si aprirà una nuova stagione politica per l'Italia, una stagione in cui verrà rispettata la volontà degli italiani».
Nel rush finale della campagna referendaria Silvio Berlusconi continua a metterci la faccia e a esporsi in prima persona. Dopo l'intervista concessa ieri a DiMartedì, con gli ascolti che hanno fatto segnare il record stagionale, il Cavaliere si concede al Tg5 e a Porta a Porta. Un doppio appuntamento in cui l'attenzione si concentra soprattutto sui rischi e i pericoli che incombono su tutti gli italiani nel caso in cui la consultazione popolare sancisse il via libera alla nuova Costituzione renziana.
«Con questa riforma si rischia il regime» dice al Tg5. «Con la vittoria del Sì il centrodestra non potrebbe mai governare, anche vincendo le elezioni, perché il nuovo Senato sarebbe controllato per il 60% dal Pd che controlla 17 Regioni su 20. Con il Sì, grazie a voto di un italiano su sei, il 15% degli aventi diritto, Renzi avrebbe in mano tutto, il governo, il Parlamento e di conseguenza il Colle e i giudici costituzionali. Così, insomma, si creerebbe un vero regime». Per questo «bisogna votare No in modo che il 5 dicembre sia davvero un'ottima giornata, perché lunedì si comincerà a cambiare davvero. Io voto No ed è un No fermo, deciso, convinto».
Berlusconi paventa il rischio di «un centralismo democratico che provocherebbe una valanga di ricorsi alla Corte Costituzionale». Giudica «ingiustificati» gli allarmi dall'estero sulla stabilità dell'Italia, così come si sta facendo terrorismo psicologico anche sulle banche». Fa notare che l'economia ha bisogno di ben altro che del ddl Boschi. «Ha bisogno di meno burocrazia, di meno vincoli europei, di più sicurezza per gli investitori, di una giustizia più celere ed efficiente Servono infrastrutture e soprattutto meno tasse. Oggi molti italiani con la partita Iva hanno pagato l'acconto fiscale e si sono resi conto di qual è il vero problema dell'economia italiana». In caso di vittoria del «No», la strada è tracciata: «Si farà un tavolo per cambiare la legge elettorale, andare al più presto al voto e scegliere da chi essere governati».
Il Cavaliere a Porta a Porta mostra di non nutrire alcuna fiducia nelle promesse renziane. «Quando Renzi ha presentato la scheda elettorale per il nuovo Senato, mi è sembrato lo stesso atteggiamento di quando disse Enrico stai sereno. Quante volte Renzi ha preso impegni pubblici che non si sono tradotti in realtà? A lui farei condurre l'Isola dei Famosi o una qualunque trasmissione Mediaset, è un grande intrattenitore». Un governo tecnico? «Quello attuale è già un governo tecnico, non è stato votato dagli italiani, è un governo di palazzo e Renzi è un tecnico portato al governo. In ogni caso dopo l'esperienza del governo Monti non credo che il Pd voglia affidarsi a un tecnico, proseguirà con un governo politico».
Infine una battuta scherzosa sulla possibile vittoria del Movimento 5 Stelle.
Se Beppe Grillo vincesse le elezioni? «Ce ne andiamo, le do un passaggio sul mio aereo» dice il leader di Forza Italia rivolto a Bruno Vespa. «Se arrivasse Grillo al Governo anche Renzi verrebbe con noi. Speriamo sappia giocare a poker».
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