BoJo cambia squadra e canta: "Sopravviverò"

Nomina un nuovo portavoce e si difende con Gloria Gaynor. La moglie sulla gogna

BoJo cambia squadra e canta: "Sopravviverò"

Boris Johnson gli ha detto che lo vuole nuovo direttore della Comunicazione intonando le prime note di «I will survive», la canzone di culto di Gloria Gaynor, cara alle generazioni degli anni Settanta, perfetta quando si vuole lanciare un messaggio. Simile a quei pupazzetti gonfiabili dalla base piatta che non vanno mai giù per quanto violentemente li si colpisca, il Primo Ministro britannico che - dopo il giudizio severo emerso dal rapporto di Sue Gray sulla conduzione festaiola al numero 10 di Downing Street - sta sfrondando i rami secchi a colpi d'accetta, e ha già un nuovo assistente al suo servizio.

Si tratta di Guto Harri, classe 1966, gallese, per 18 anni giornalista della BBC e già direttore degli affari esterni con BoJo quando era sindaco di Londra. È stato lo stesso Harri a raccontare la storiella della canzone con cui il Premier l'ha accolto nell'incontro avvenuto tra i due venerdì scorso. «Boris Johnson non è il pagliaccio che pensate - ha dichiarato il nuovo portavoce - anzi è una persona molto piacevole. Quando ci siamo incontrati, sebbene non lo vedessi di persona da anni, abbiamo ripreso da dove avevamo lasciato. Sono entrato, l'ho salutato e ho detto: Primo Ministro eccomi al suo servizio».

Harri ha raccontato di avergli chiesto se sarebbe sopravvissuto e lui ha iniziato a cantare con la sua voce profonda la canzone della Gaynor. Ci sono state molte risate, ma poi i due avrebbero avuto «una conversazione molto seria» in merito a come far ritornare il governo in carreggiata e superare la crisi. Mister Harri la fa sembrare facile, ma la situazione per Johnson rimane critica.

Dopo le dimissioni a catena di consulenti e le defezioni di parecchi parlamentari, ieri i media davano per certo almeno un centinaio di colleghi di partito pronti a votargli contro in un eventuale voto di sfiducia. Un risultato che non porterebbe alle dimissioni forzate del Premier, ma ne intaccherebbe l'autorità. Ieri, mentre si apprestava ad illustrare il nuovo piano per ridurre i tempi nelle liste d'attesa nella Sanità, Johnson si è rifiutato di rispondere ai giornalisti che gli chiedevano se i membri dello staff dimessisi la scorsa settimana fossero coinvolti nei festini tenutisi a Downing Street durante il lockdown. «Tutti al n. 10 e al Tesoro stiamo lavorando per risolvere i gravi problemi che il Paese affronta» è stata l'unica risposta che i reporter sono riusciti ad ottenere. Intanto il leader dell'opposizione Sir Keir Starmer ha rinnovato la richiesta di dimissioni del Premier sostenendo che «nulla ormai può cambiare veramente fino a che non cambia la persona al vertice e tutte le strade portano al Primo Ministro, è questo il cambiamento che vogliamo vedere».

E in questi giorni ad essere sotto attacco non è soltanto il Premier, ma anche sua moglie Carrie, che dopo mesi di chiacchiericcio, domenica sera si è decisa a diffondere una dichiarazione pubblica in cui afferma di essere «vittima di una brutale campagna».«Sono una persona comune che non ha giocato alcun ruolo nelle decisioni del governo» ha dichiarato la consorte di BoJo, da mesi accusata da più parti, di aver influenzato il marito in diverse occasioni.

Si dice sia stata lei a spingerlo a far evacuare gli animali dell'organizzazione Nowzad da Kabul, quando in agosto la città cadde in mano ai Talebani, mentre migliaia di persone che avevano lavorato con le forze armate britanniche abbandonate. Downing Street ha sempre smentito.

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