Cambia la Sanità, approvato il decreto taglia "liste d'attesa"

Sì della Camera, nasce una piattaforma nazionale. Meloni: "Impegno sul diritto alla salute"

Cambia la Sanità, approvato il decreto taglia "liste d'attesa"
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Con 171 voti favorevoli e 122 contrari la Camera approva il decreto-legge «liste d'attesa». Una rivoluzione per la maggioranza. Un bluff per l'opposizione. Ma di cosa si tratta? Il decreto ha lo scopo di accorciare le lunghissime liste d'attesa nella sanità. Ridurre i tempi delle prestazioni sanitarie che, molto spesso, sono lunghissimi. Anche 498 giorni per un'ecografia all'addome quando, di regola, dovrebbero essere 120. E non oltre. Le cose, però, potrebbero cambiare. In meglio, s'intende.

Ne è certa Giorgia Meloni: «Dopo aver portato il fondo sanitario al suo livello più alto di sempre, compiamo ulteriori passi avanti per garantire il diritto alla salute dei cittadini» ha commentato soddisfatta la presidente del Consiglio, consapevole del fatto che ci sia ancora molto da fare, ma «la strada è giusta» dice. Ma come è possibile trovare una soluzione semplice a un problema così annoso?

Il decreto prevede l'istituzione di una «piattaforma nazionale delle liste di attesa», che sarà gestita da Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari. La piattaforma dovrebbe assicurare l'interoperabilità con le altre piattaforme delle liste di attesa di ciascuna Regione e Provincia autonoma. Non solo, il decreto, all'articolo 3, prevede la creazione di un Centro unico prenotazioni, il famoso Cup, a cui fare riferimento a livello regionale o infraregionale, che includerà sia gli erogatori pubblici che i privati convenzionati. Unire le forze per offrire un servizio più immediato ed efficiente. Ma il problema resta quello dei soldi, nel decreto non sono previsti nuovi e imponenti investimenti, e le regioni si interrogano sul successo dell'operazione.

A rispondere, però, è l'articolo 5, dedicato al superamento del tetto di spesa per l'assunzione del personale sanitario. Nel 2024 verrà aumentato al 15% dell'incremento del Fondo sanitario regionale, rispetto al 10% del 2023. Dal 2025 in poi, però, il tetto di spesa verrà abolito e sostituito da un nuovo sistema per stabilire i fabbisogni minimi e massimi delle strutture sanitarie. Non solo, è previsto anche un incentivo per il personale sanitario impegnato nello smaltimento delle code per le visite e gli esami che saranno effettuati anche il sabato e la domenica attraverso una defiscalizzazione, dal 43 al 15 per cento, per le prestazioni orarie aggiuntive necessarie a smaltire le code.

Per Giovanni Migliore, presidente di Fiaso, la Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere, l'approvazione della legge «è un bene, ma non basta. È necessario lavorare per migliorare l'appropriatezza delle richieste di visite ed esami specialistici» ha commentato Migliore.

Insoddisfatta l'opposizione. Per il leader del Movimento 5 stelle si tratta di «una scatola vuota», mentre per il Partito Democratico di Elly Schlein il governo ha «tirato fuori questo decreto fuffa a 4 giorni dalle elezioni».

La segretaria ha aggiunto: «Non si possono abbattere le liste d'attesa senza mettere un euro e assumere personale.» «Noi diamo risposte concrete ai cittadini dopo anni di inerzia», ha risposto il ministro della Salute, Orazio Schillaci.

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