Poco dopo le sette di ieri mattina, sotto un cielo grigio, la nave Diciotti della Guardia costiera è arrivata a Catania. A bordo il carico di 932 migranti - in larga parte eritrei - recuperati nei giorni scorsi al largo della Libia. Mancavano le quattro donne incinte e il ragazzino che martedì erano stati portati d'urgenza in elicottero a Lampedusa: ieri sono stati trasferiti in diversi ospedali di Palermo e Agrigento, le loro condizioni non destano preoccupazione. Gli altri erano sfiniti dal viaggio, per la maggior parte silenziosi, quasi increduli che la loro odissea fosse finita. Solo i ragazzi hanno trovato la forza di festeggiare salutando con la mano al grido di «Italia, Italia!», mentre ai bimbi sono stati regalati degli orsacchiotti.
Sul molo di Mezzogiorno, nella zona sud del porto, ad attenderli c'era un esercito di persone: soccorritori, giornalisti, cameraman. C'era anche un carro funebre perché come già la Diciotti trasportava anche due cadaveri. Ieri si è saputo di più sulla loro storia: era una giovane coppia di somali, sono morti abbracciati su un gommone, la Guardia costiera non ha fatto in tempo a salvarli. Prima è spirata lei e poi lui. Le loro salme sono state portate nell'obitorio dell'ospedale Cannizzaro dove i primi rilievi hanno escluso l'ipotesi di morte violenta, il che comunque non ha impedito l'apertura di un'inchiesta da parte della Procura distrettuale di Catania. Erano provati e denutriti, non erano parenti e con loro non c'erano altri familiari.
Tra i vivi, invece, di famiglie ce n'erano parecchie. E molti minori: oltre 200 - il più piccolo ha tre mesi - di cui 167 (154 maschi e 13 femmine) non accompagnati. C'era anche un 30enne siriano in stato di choc: ha visto morire i suoi familiari sotto le bombe. Nei prossimi giorni la maggior parte dei migranti verrà smistata in località diverse, circa 100 resteranno in Sicilia mentre gli altri saranno accolti in altre regioni. Prima, però, bisogna identificarli anche per scoprire se tra loro vi siano degli scafisti. Di questo si sono occupati in particolare gli investigatori della Mobile mentre sul molo erano state attrezzate una decina di postazioni della Scientifica per la rilevazione delle impronte.
C'è stato anche un sit-in di protesta di Emergency, ovviamente non riferito allo sbarco della Diciotti bensì a quello mancato della Aquarius. La cui navigazione alla volta di Valencia si sta complicando su più fronti. Dopo aver costeggiato la Sicilia fino a Mazara del Vallo, nella serata di ieri la nave ha preso il largo e dovrebbe arrivare a destinazione sabato insieme alla Orione della Marina militare e alla pattuglia Dattilo della Guardia costiera (attualmente ha a bordo 51 donne, 45 uomini e 10 bambini mentre il resto dei 629 migranti è stato distribuito sulle altre due imbarcazioni). Il condizionale si riferisce al fatto che secondo le previsioni la Aquarius dovrà attraversare una perturbazione con venti fino a 35 nodi e onde di quattro metri che ne rallenteranno la marcia.
I profughi sono per lo più in condizioni stabili ma stanchi e nervosi. Anche perché a quanto pare a Valencia potrebbe non esserci posto per accoglierli tutti. «L'ex ostello per studenti che dovrebbe ospitarli è già pieno - ha spiegato ieri un volontario -, al momento potremmo accoglierne al massimo 8».
Si è fatta avanti l'Arcidiocesi offrendosi di sistemarne 200 in abitazioni, collegi, parrocchie o famiglie, ma è probabile che il governo - come peraltro aveva previsto - sarà costretto a requisire alcune camere di hotel. Una decisione che non farebbe certo felici gli albergatori locali, proprio nel momento in cui l'estate è alle porte e la città spagnola diventa meta del turismo low cost...
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