L'abito non fa il monaco. E il grembiule, di sicuro, non fa lo studente. Ma proprio per questa ragione, gli alunni che si apprestano a varcare la soglia delle scuole superiori, possono entrare nel panico da «abbigliamento giusto per il primo giorno tra i banchi». Come lo sappiamo?
Il portale «Skuola.net», frequentatissimo dagli studenti italiani perché sempre aggiornato con vademecum e prontuari sul mondo della formazione, ha stilato un elenco di consigli sull'abbigliamento, il «look» del primo giorno di scuola. Del resto, se la lotta col guardaroba anima le giornate del popolo adulto, un adolescente – ricordiamolo – percorre il filo del rasoio tra il bisogno d'identità e quello, irresistibile, dell'identificazione. Ecco perché «sembrare» (appunto «to look») adatti al contesto, mette a proprio agio. Ammortizza il trauma del cambiamento.
Quali sono le ingenuità nelle quali i nostri ragazzi possono scivolare, in fatto di «look», il primo giorno di scuola? Anzitutto, dice «Skuola.net», attenti a non esagerare col profumo. Noi tutti ricordiamo le fragranze esagerate che ci cospargevamo quando, per la prima volta, misuravamo il nostro appeal sulle narici dei compagni. Ma eccedere col profumo può disturbare; e, a nostro avviso, denunciare anche un bel carico di insicurezza.
Meglio curarci dell'igiene e sprigionare, del profumo, quel tanto che basta: curare a fondo l'igiene, piuttosto. I nostri ragazzi passeranno molte ore a contatto fra loro, e non c'è una regola più importante, riguardo alla cura del corpo.
Altra cosa indimenticabile dei primi giorni di scuola (e degli ultimi, cioè quando finisce e comincia il caldo), è sicuramente la quantità di pelle che si lascia scoperta. Consigliamo ai nostri ragazzi di non eccedere. Oltre a indisporre qualche insegnante, l'abbigliamento succinto può compromettere seriamente la concentrazione degli adolescenti che, in preda alle prime ondate ormonali, possono essere «ipnotizzati» dalle forme sboccianti delle compagne. Il buonsenso non ci abbandoni: andare a scuola non è né un colloquio col capo – c'è tempo per quello – né una partita di beach volley. E neanche una cena galante.
Ecco perché una camicia a maniche corte e un paio di jeans, magliette non troppo attillate e pantaloni di cotone, gonne fino al ginocchio che hanno vestito le prime passeggiate di settembre, sono la giusta «uniforme». Un ambito nel quale possiamo investire gusto e creatività senza paura. Il galateo è sempre dalla nostra parte: ma non occorre essere degli esperti per ricordare che, se si entra a scuola con un berretto (specialmente per il sesso maschile), il buon costume ci suggerisce di toglierlo una volta entrati in classe. O pensiamo che una visiera di stoffa possa difendere i ragazzi dalle occhiate dei professori e dalla curiosità scrutante dei compagni?
Una regola che «Skuola.net» non dimentica, inoltre, è l'obbedienza alla comodità. Il suo primato rispetto alla moda, all'emulazione, alla voglia di dare nell'occhio. È l'età in cui si oscilla tra il voler essere invisibili e quella, prorompente, di ammaliare anche i muri. Conflitti che vanno gestiti con l'aiuto attento dei genitori. Del resto, non c'è niente che finisca con l'appesantire l'umore e sfavorire la deconcentrazione quanto un abbigliamento scomodo. Tacchi alti – altra tentazione, a nostro avviso, da tenere a freno – o indumenti stretti.
Banditi gli orecchini formato lampadario, le frange, le borse eccentriche, le bandane legate attorno alla testa: bandita, o comunque maneggiata con intelligenza, la voglia di stupire a tutti i costi. Non c'è modo migliore, per riuscirci, che essere chi siamo. Specialmente a quell'età.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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