L’analisi dei costi e dei benefici, sino alle penali così fu per la Tap e così rischia di essere per la Tav. I buoni ed i cattivi, i governanti e gli oppositori. Il gioco delle parti e le parti in gioco. Su Ilva tutto come non detto in campagna elettorale. Dalle promesse alle scelte opposte: l’Ilva venduta. Nel Salento l’ira della Ministra forte di affermare: non possiamo dimetterci perché non siamo stati eletti solo per bloccare il gasdotto. Vero, non solo per questo, ma anche per il siderurgico di Taranto e per il valico Lione-Torino. Per le prime due già sappiamo, per la Tav sapremo. Mentre i grillini usano i passati governi e gli alleati leghisti per discolparsi, le opere vanno avanti. Attenzione questa non è una valutazione nel merito delle infrastrutture con un preconcetto si o no a Tap, valico od Ilva ma un’analisi sul metodo etico di chi cambia, o finge di rendersi impotente, per colpe altrui.
La fortuna di Di Maio? Avere Conte che si traveste per l’assunzione di responsabilità e Salvini che strategicamente fai il carico da novanta per accattivarsi i grandi investitori. Per il gasdotto si sbandierarono le penali e poi i costi e benefici, per la Tav si riparte da questi. Chi fa, oggi, la valutazione dopo il no del Consiglio Comunale di Torino? “L’ottimo Conte” costretto ad esser il pungiball per rendere un servigio a chi lo ha indicato.
Nel frattempo ci si incammina verso le elezioni Europee con Salvini populista sulla “sicurezza” e sicuro di esser l’amico dei grandi gruppi che si avvantaggeranno delle infrastrutture non ostacolate, assumendo sempre più il ruolo di Duro Governante ed i grillini gli oppositori governativi ma del gioco delle parti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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