Le donne azzurre in campo per le sorelle afghane

L'appello: "La comunità internazionale, sotto l'Onu, agisca ora per metterle in salvo"

Le donne azzurre in campo per le sorelle afghane

«Libertà per le donne nel rispetto della sharia». Il messaggio lanciato dal regime talebano risuona come un drammatico ossimoro, mentre si susseguono gli appelli delle donne afghane che chiedono di non essere abbandonate di fronte allo spettro della segregazione. In attesa di poter verificare le «promesse» di Kabul, in Italia si susseguono gli appelli per una mobilitazione internazionale, con le donne di Forza Italia e del centrodestra come protagoniste. «Le immagini che giungono dall'Afghanistan lasciano senza fiato, il grido di dolore delle donne afghane, madri, bambine, nostre sorelle, nostre madri, nostre figlie, stringono il cuore e l'anima. Ora è tempo che la comunità internazionale agisca unitariamente e subito per metterle in salvo, non possiamo lasciarle sole» dichiara Catia Polidori, coordinatrice nazionale di Azzurro Donna. «Azzurro Donna ringrazia il presidente Berlusconi per aver richiamato l'Occidente a non rimanere inerme di fronte al trionfo dei nemici con parole chiare e inoppugnabili, Antonio Tajani e il sottosegretario Giorgio Mulè, per essersi fatti portavoce dei diritti delle donne afghane», spiega. «Azzurro Donna lancia oggi un appello perché la comunità internazionale agisca unitariamente: salviamo una donna afgana. L'obiettivo della comunità internazionale deve essere quello di metterle in salvo, agire in tutte le sedi, diplomatiche e operative, per salvare le loro vite». Mentre infuria la tempesta delle recriminazioni, Anna Maria Bernini fa notare le contraddizioni del pacifismo arcobaleno. «La guerra al regime talebano, santuario del terrorismo islamico, è stata una guerra giusta, e ha consentito venti anni di emancipazione delle donne afghane. Ora il ritorno del burqa, della segregazione e delle lapidazioni in piazza è una sconfitta drammatica, ma coloro che oggi puntano il dito sulle colpe dell'Occidente sono gli stessi che venti anni fa tifavano per mantenere al potere il mullah Omar, comprese troppe femministe che fingono di non vedere».

Dalla Lega, infine, arriva l'appello del

sottosegretario Vannia Gava. «La comunità internazionale non può sbagliare ancora. È necessario che, sotto la guida dell'Onu, insieme all'Unione europea e alla Nato metta in campo un piano umanitario prima che sia troppo tardi».

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