Ecco il far west nei campi rom della Capitale

Nei campi rom della Capitale persino le forze dell'ordine hanno paura ad entrarvi

Ecco il far west nei campi rom della Capitale

Risse, sparatorie e faide tra bande. I campi rom della Capitale sono un vero e proprio ‘far west’ dove persino le forze dell’ordine hanno paura di entrare. A febbraio il commissario straordinario di Roma, Francesco Paolo Tronca, aveva indetto un bando da 5 milioni di euro, in scadenza al 31 marzo, per vigilantes ma nessuno ha avuto il coraggio di parteciparvi.

Il bando, che avrebbe dovuto riguardare i campi di via Candoni, Castel Romano, via di Salone e via Salviati, citati anche nelle inchieste che hanno portato agli arresti più recenti, è stato ufficialmente congelato. L’insediamento di via dei Candoni, dove vivono 148 famiglie e 847 persone in totale, è uno dei più pericolosi. Qualche giorno fa, ricorda il Tempo, c’è stata una sparatoria che ha portato al ferimento di tre persone. Un uomo avrebbe colpito 2 donne, prima di spararsi al torace. Almeno così raccontano i rom, ma in realtà sembra che ci sia stata una rissa con asce, arpioni, coltelli e tubi di ferro. Tutte armi ritrovate dagli agenti dello Spe, gruppo di sicurezza pubblica d’emergenza dei vigili, l’unico talmente temerario da riuscire a entrare in quel campo. Il campo di via di Salone, dove risiedono 846 nomadi, è famoso per i roghi tossici e il commercio illegale di smaltimento dei rifiuti. Qui l’anno scorso sono stati trovati molti finti poveri, mentre Catel Romano, dove abitano 450 rom, nel 2013, è stato teatro di una faida tra serbi e bosniaci per decidere chi sarebbe stato il nuovo capo del campo.

Altri insediamenti ad alto rischio di criminalità sono quelli de La Barbuta e di via Salviati. In quest’ultimo, lo scorso febbraio i vigili hanno ricevuto una circolare che prevedeva controlli solo dall’esterno e l’ingresso solo con l’accompagnamento dei carabinieri o della polizia.

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