Fitto fuori da Forza Italia Si complica il risiko-liste

Il Cavaliere ha esaurito la pazienza e smette di mediare col frondista dopo un anno di screzi. Oggi il candidato in Toscana: in pole Mallegni

Fitto fuori da Forza Italia Si complica il risiko-liste

B erlusconi non ne può proprio più. «Basta, Fitto è fuori». L'estenuante tira e molla sulla composizione delle liste è solo l'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso, agli occhi del Cavaliere già colmo da un pezzo. Questa volta l'ex premier non ha più voglia di mediare né di dare mandato ai pontieri di ricucire con l'ex ministro pugliese. Gli interessa relativamente di Schittulli e ancor meno del numero dei possibili consiglieri regionali eletti a Bari. Il Cavaliere vuole soltanto Fitto fuori da Forza Italia perché «la mia pazienza ha un limite». Il riferimento implicito è a quanta corda è stata tirata da un anno a questa parte: contromanifestazioni in contemporanea a quelle ufficiali; rasoiate continue attraverso dichiarazioni a mezzo agenzie; conferenze stampa convocate durante gli uffici di presidenza di Forza Italia; riunioni para-carbonare per tramare contro i colleghi di partito; pressanti richieste di azzeramento dei vertici di Fi. Insomma, uno stillicidio quotidiano a cui Berlusconi vuole porre fine

Di fatto Berlusconi considera Fitto già espulso anche se non è chiaro come si possa «giuridicamente» fare. Saremo quindi al bis del «Che fai, mi cacci?» di finiana memoria anche se - a differenza di Fini - l'ex governatore pugliese di andarsene non ne ha proprio l'intenzione. Non solo. Vuole far la guerra da dentro, impugnando l'impugnabile; persino l'utilizzo del simbolo alle prossime Regionali. Pare infatti che un migliaio di fittiani abbiano chiesto all'avvocato Gianluigi Pellegrino un parere giuridico sulla possibilità di utilizzo del simbolo. E l'avvocato, di parte of course , ha dato manforte ai Mille sostenendo che «i partiti funzionano secondo un metodo democratico, in base al quale le liste e i simboli dei partiti possono essere utilizzati solo dai rappresentati dei partiti investiti sulla base dello statuto. E sostenere che Mariarosaria Rossi o lo stesso Silvio Berlusconi possano presentare simboli e liste per Forza Italia è come affermare che Prodi e una sua delegata presentino liste e simboli a nome del Pd. Questo perché, come Prodi per il Pd, così Berlusconi per Fi è solo il fondatore del partito». I fittiani mettono in discussione la stessa leadership politica del Cavaliere perché, dice sempre il legale, «quando si è sciolto il Pdl, l'intenzione manifestata era quella di ripartire da Fi, indicendo un congresso che non è mai stato fatto».

Beghe che indispettiscono ancor di più l'ex premier che oggi a pranzo incontrerà i coordinatori delle Regioni che andranno al voto. A tutti cercherà di dar la carica chiedendo di mettersi a lavorare duro e di concentrarsi sulla campagna elettorale più che sul dibattito legato alle alleanze. Dirà loro che sarà a fianco dei candidati anche se difficilmente batterà palmo a palmo le Regioni chiamate a rinnovare i propri governi. Di sicuro l'ex premier andrà in Puglia, Campania, Veneto, Umbria e Marche; e pure Toscana dove oggi verrà ufficializzato il candidato. In pole c'è Massimo Mallegni, ex sindaco di Pietrasanta, che cercherà di attrarre pure i centristi vicini a Cesa.

Ma sulle alleanze il Cavaliere non ci mette la testa più di tanto e ribadisce: «Serve una federazione che rappresenti i moderati come il partito Repubblicano negli Stati Uniti. Perché anche Renzi è destinato a fallire».

Le Regioni dove il Cavaliere ha in programma dei comizi: Puglia, Campania, Veneto, Umbria, Marche e Toscana

di Francesco Cramer

Roma

I giorni che mancano alla presentazione delle liste definitive per le Regionali del 31 maggio

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