I due incubi grillini: la Raggi sotto processo e il fiasco nei collegi

Sul M5s lo spettro del flop nell'uninominale e il rinvio a giudizio della sindaca di Roma

I due incubi grillini: la Raggi sotto processo e il fiasco nei collegi

Le grane bancarie del Pd stanno dando una grossa mano al M5s, che nonostante i flop dei suoi sindaci riesce a non perdere consensi a livello nazionale (28-29% le ultime stime). Ma la campagna elettorale dei grillini, da qui alle elezioni di marzo, potrebbe non essere tutta in discesa. Il macigno sulla testa del M5s si chiama Virginia Raggi, ormai tallone d'Achille del Movimento (anche solo l'albero Spelacchio ha scatenato un'epopea di sfottò). Il problema della Raggi non è solo l'evidente difficoltà a governare Roma, ma il codice penale. La sindaca, e pure i vertici del M5s, hanno una data del calendario 2018 segnata con un cerchio rosso: il 9 gennaio. Quel giorno è prevista l'udienza preliminare in cui il gup dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio della sindaca di Roma avanzata dalla Procura per falso ideologico, in relazione alla nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele, alla direzione Turismo del Campidoglio.

In breve significa che il M5s corre il rischio di farsi la campagna elettorale con la Raggi, quindi l'esponente del movimento che ricopre la carica istituzionale più importante, sotto processo per falso. Una bella grana anche perché il codice etico del M5s, già modificato ad personam per lei (per gli altri bastava un avviso di indagine per essere fatti fuori, per lei invece no), nel caso di rinvio a giudizio prevede la sospensione. Ma tutto è interpretabile nel M5s, e un cavillo si troverà per salvare la Raggi - e quindi la campagna elettorale grillina - persino in caso di condanna. Un'ipotesi non remota, se i difensori della sindaca chiederanno il rito abbreviato, per evitare il logoramento da processo.

Ma ci sono altre nubi nel cielo penta(stellato). Anche l'altra sindaca, Chiara Appendino, deve affrontare dei seri problemi giudiziari a Torino. In una delle due indagini in cui è coinvolta, quella per i feriti e il morto in piazza San Carlo per la finale di Champions (l'ipotesi di reato non è lieve: concorso in omicidio e disastro colposo), le indagini sono ormai chiuse e la richiesta del rinvio a giudizio (oppure nel caso più benevolo l'archiviazione) potrebbe arrivare in breve tempo, e sempre in piena campagna elettorale. A quel punto il «rally» di Di Maio (il nome scelto per il tour elettorale del M5s) partirebbe con due ruote bucate. Ma è pur sempre lo scenario peggiore, si può sempre contare sulle lungaggini dei tempi giudiziari.

Ma c'è un terzo problema da considerare per i Cinque Stelle. È vero che i sondaggi nazionali continuano a premiare il movimento di Grillo e Casaleggio jr (a proposito, ieri l'ambasciatrice britannica in Italia Jill Morris lo ha incontrato: in quale veste, visto che Casaleggio non ha cariche nel M5s ma «dà solo una mano»?). Alle elezioni però si voterà in un duplice modo, col proporzionale ma anche con i collegi uninominali, dove i partiti dovranno schierare un candidato per cercare di portare a casa il seggio.

E qui, nelle sfide dirette dove conta la personalità messa in campo, il M5s (sprovvisto di classe dirigente) rischia di rimediare una figuraccia.

Nella simulazione di Ipsos, infatti, i Cinque stelle vincono solo 46 seggi uninominali, su 232 (la maggioranza andrebbe al centrodestra). Solo proiezioni su sondaggi, che il M5s può sempre ribaltare in campagna elettorale. Sperando di non doverla fare con le sindache rinviate a giudizio.

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