In Italia più rimpatri che arrivi. E così ora calano i clandestini

Nel 2019 262 sbarchi, l'anno scorso erano 5.247. E i rimpatri sono più degli arrivi: 1.099 stranieri sono tornati nel Paese d'origine

In Italia più rimpatri che arrivi.  E così ora calano i clandestini

I numeri sono numeri. E non si scappa. Mentre l'Onu mette nel mirino l'Italia (e Salvini) per le politiche sui migranti e le Ong, i dati dicono che la chiusura dei porti e la linea dura sull'immigrazione hanno portato alcuni risultati. Quali? Nel 2019 sono più i rimpatri di clandestini che gli sbarchi. Tradotto: in numero assoluto ci sono meno irregolari nel Belpaese.

"Dalle parole ai fatti", esulta il ministro dell'Interno. Che poi presenta i dati: "Sbarchi nei primi due mesi del 2019: 262 - spiega - Nello stesso periodo di un anno fa erano stati 5.247. Quindi la riduzione degli arrivi dei clandestini supera il 95%. E quest'anno i rimpatri superano di quattro volte gli arrivi: 1.099 stranieri sono tornati nel Paese d'origine (1.013 forzati e 86 volontari assistiti)".

I numeri hanno ovviamente galvanizzato la Lega. "Considerando che ognuno degli immigrati richiedenti asilo fino allo scorso anno costava 35 euro al giorno ai contribuenti - fa notare Paolo Grimoldi, deputato della Lega, segretario della Lega Lombarda e vice presidente della Commissione Esteri della Camera - per il suo mantenimento, ovvero 1100 euro al mese per ognuno di loro, significa che solo per mantenere quei 5462 immigrati accolti dalla sinistra gli italiani spendevano circa 6 milioni al mese". Diverso il discorso oggi.

"Per mantenere questi 262, con il dimezzamento a 18 euro del loro costo giornaliero di mantenimento, gli Italiani pagheranno circa 14mila euro al mese - spiega il leghista - Con un risparmio solo in questo caso di quasi 6 milioni al mese rispetto al 2018. E questi sono numeri, non parole...".

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