Così Renzi vincerà la partita. Grazie agli ex di destra

I tradizionali confini di destra e sinistra non esistono più e, in alcuni casi, vanno persino ribaltandosi

Così Renzi vincerà la partita. Grazie agli ex di destra

Quanto lo scenario politico sia mutevole in queste settimane lo si capisce dando una rapida occhiata al confronto sulle riforme istituzionali in corso al Senato. Comunque finirà lo scouting di Matteo Renzi per portare a casa i voti necessari a superare le forche caudine di Palazzo Madama, il punto centrale di questo delicato passaggio parlamentare è che i tradizionali confini di destra e sinistra non esistono più e, in alcuni casi, vanno persino ribaltandosi.

Il premier, dicono gli osservatori più attenti delle cose di Palazzo, ce la farà. E il ddl Boschi avrà il via libera del Senato pure con una certa tranquillità, senza nemmeno l'ebbrezza di uno spoglio all'ultimo voto. Il punto è che a sostenere Renzi - che per inciso è il segretario del Pd - ci sarà una buona fetta di quello che fino a pochi mesi fa era il cuore del centrodestra. E questo al di là di Angelino Alfano e del suo Ncd che alla fine si uniformerà alle indicazioni di Palazzo Chigi senza colpo ferire. Anzi, alla luce di quanto sta accadendo va dato atto all'ex delfino di Silvio Berlusconi di essere stato un precursore. Con lui, infatti, si schierano oggi Denis Verdini e il suo gruppo parlamentare. L'ex coordinatore del Pdl è nei fatti uno dei più attivi nel tenere aggiornato il pallottoliere del Senato e nel farsi ambasciatore presso i senatori dell'opposizione delle ragioni di Renzi. Poi c'è Flavio Tosi, l'ex sindaco di Verona, uomo di punta della Lega fino a pochi mesi fa. Dopo un faccia a faccia a Palazzo Chigi con il premier aveva dato la sua disponibilità a sostenere le riforme con i suoi tre senatori, poi deve averci dormito su e ha derubricato ad una «consulenza» il suo incontro con Renzi. «La riforma non ci piace, ma fare in modo che salti è da irresponsabili», ha argomentato con fare piuttosto democristiano. Infine Raffaele Fitto che, come Verdini, vanta un gruppo di mischia di dieci senatori. L'ex governatore della Puglia, però, ha sempre avuto una posizione molto critica verso Renzi e i suoi Conservatori sono orientati per il «no» nonostante negli ultimi giorni Palazzo Chigi abbia veicolato ricostruzioni in cui Fitto veniva dato in predicato per un cambio di rotta.

A questo scenario va poi aggiunto il variegato gruppo di senatori

di Forza Italia. Tra loro qualche indeciso c'è e i bene informati ipotizzano una decina di assenze strategiche. Argomento, questo, di cui hanno parlato sia Paolo Romani e Maria Elena Boschi che Denis Verdini e Luca Lotti.

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