Nel centrodestra la scissione è lo sport più praticato

Un lungo elenco di scissioni e addii, grandi e piccoli

Nel centrodestra la scissione è lo sport più praticato

In principio fu Futuro e libertà, nel 2010. Poi è toccato a Fratelli d'Italia, nel 2012, e al Nuovo Centrodestra, nel 2013. Con il Pdl che nello stesso anno confluisce nella rinata Forza Italia. Un lungo elenco di scissioni e addii, grandi e piccoli. A cui sono seguite quest'anno prima la fuoriuscita di Raffaele Fitto e dei suoi Conservatori e riformisti e poi la dipartita di Denis Verdini e della sua Ala. Ora, dopo che Nunzia De Girolamo ha lasciato Angelino Alfano per ritornare in Forza Italia, tocca a Gaetano Quagliariello avventurarsi in quella che è la scissione della scissione, visto che sembra ormai scontato il suo addio a Ncd con destinazione, pare, Fitto e Flavio Tosi, il sindaco di Verona che la scissione l'ha invece fatta in casa Lega dopo mesi di frizioni con Matteo Salvini. Passati oltre cinque anni dalla fatidica direzione nazionale del Pdl del «che fai mi cacci?» – che il 21 aprile 2010 sancì di fatto l'addio di Gianfranco Fini – il centrodestra si ritrova ad essere non solo diviso in tanti piccoli rivoli ma quasi polverizzato. Uno scenario nel quale è difficile prevedere come si riorganizzerà l'area di qui ai prossimi mesi, visto che la tornata amministrativa di giugno – si voterà tra gli altri per i sindaci di Milano, Roma, Napoli, Torino, Genova e Bologna – è impegnativa e impone nuove convergenze in tempi brevi. Le anime del centrodestra, invece, sembrano allontanarsi sempre di più, basti pensare, per esempio, che la rottura di Fitto non è avvenuta solo in Italia con la nascita di un gruppo autonomo al Senato (alla Camera l'operazione è ancora in corso) ma anche a Strasburgo, visto che nel Parlamento europeo l'ex ministro ha deciso di abbandonare il Ppe per passare nel gruppo dei Conservatori riformisti, gli euroscettici che si riconoscono nella leadership di David Cameron. Uno scenario, quello del centrodestra, che resta però ancora molto fumoso, a volte perfino confuso. Basti pensare all'avvicinamento di Quagliariello verso Fitto e Tosi. A parte le incomprensioni personali tra l'ex ministro di Ncd e il leader dei Conservatori riformisti – che più volte sono stati ai ferri corti in Puglia, sia per la gestione del partito che per le candidature – c'è anche un'evidente divergenza politica.

Fitto, per dire, è da sempre decisamente all'opposizione di Renzi e ancora ieri definiva la legge di Stabilità «troppo timida», con «piccoli tagli alle tasse» e «insufficienti tagli alla spesa improduttiva». Tosi, invece, parla di «una manovra di buon senso» e i suoi in Parlamento sono «pronti a votare tutti i provvedimenti che condividiamo». Non proprio la stessa linea, insomma.

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