New York - Non c'è solo il Messico nel mirino delle politiche anti-clandestini di Donald Trump, e proprio all'immigrazione sarà rivolto il suo primo atto da presidente degli Stati Uniti. Il tycoon ha messo in chiaro che non appena insediatosi alla Casa Bianca intende attuare alcune misure per rafforzare i confini americani, e che potrebbero interessare anche il Vecchio Continente. Nella sua prima intervista a un media britannico, il Times, il Commander in Chief in pectore ha spiegato che appena tre giorni dopo l'Inauguration Day del 20 gennaio firmerà un pacchetto di provvedimenti i quali potrebbero comprendere anche restrizioni per i cittadini europei che viaggiano negli Usa. Oltre a far applicare «controlli estremi» per chi arriva «da parti del mondo conosciute per il terrorismo islamico».
Già in campagna elettorale Trump aveva scatenato un putiferio con la proposta di costruire il muro al confine con il Messico e vietare l'ingresso dei musulmani in America, ma anche con la promessa di rivolgere maggiore attenzione a Nazioni del Vecchio Continente con una forte immigrazione e ad elevato rischio terrorismo. E in quell'occasione aveva indicato in particolare Francia e Germania. Nell'intervista, il re del mattone ha invece attaccato la cancelliera tedesca Angela Merkel, che a suo parere ha commesso «un errore catastrofico» permettendo l'ingresso di un milione di immigrati e rifugiati nel suo Paese, aumentando di fatto in maniera esponenziale la minaccia terroristica in tutta l'Europa. Così, i provvedimenti che The Donald si appresta a firmare potrebbero comprendere anche restrizioni sugli europei che viaggiano negli Usa. «Potrebbe accadere, ma staremo a vedere», ha detto, precisando che sta parlando di «parti d'Europa e del mondo dove ci sono problemi». «E io non voglio avere questi problemi», ha aggiunto.
Ad oggi, con alcune eccezioni, i cittadini dei Paesi Ue possono entrare negli Stati Uniti per turismo senza bisogno di un visto d'ingresso grazie al Visa Waiver Program. Basta essere in possesso del passaporto elettronico e aver compilato online prima di partire il modulo Esta per poter soggiornare negli Usa per un periodo massimo di 90 giorni. L'obbligo di visto è invece stato mantenuto per chi viene da Bulgaria, Cipro, Croazia, Romania e Polonia. Lo scorso anno inoltre sono state introdotte alcune limitazioni da una normativa anti-terrorismo, in base alla quale la possibilità di viaggiare nell'ambito del programma Visa Waiver Program è esclusa per cittadini europei con doppia cittadinanza iraniana, siriana, irachena o sudanese. E anche per chi ha visitato dal 1° marzo 2011 Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Siria o Yemen (con limitate deroghe ai viaggi per scopi diplomatici o militari). Con l'entrata in vigore dell'amministrazione Trump, però, la lista potrebbe allungarsi.
Nonostante le restrizioni che si appresta a vagliare il nuovo presidente, comunque, gli Stati Uniti non sono di certo tra le Nazioni dove è più complicato recarsi, per esempio a causa delle complicate procedure di visto, delle norme di ingresso, oppure poiché molto pericolosi per guerre e conflitti. Tra questi ultimi, secondo il sito Viaggiare Sicuri della Farnesina, ci sono per esempio aree critiche come Siria, Libia, Iraq o Afghanistan. Sconsigliato anche effettuare viaggi di qualsiasi natura in Somalia, mentre molto lungo e complicato è invece ottenere un visto per Pakistan o Arabia Saudita. Anche la Russia richiede un visto d'ingresso ed è segnalata tra gli Stati in cui sono sconsigliati i viaggi in alcune aree.
Il passaporto italiano, ad ogni modo, rimane in linea generale uno strumento piuttosto «potente», che come rivela la classifica di Passport index apre le porte di ben 155 Paesi. Ed è il quarto migliore al mondo, proprio come quello americano. Il peggiore, invece, è il documento dell'Afghanistan, che senza visto permette di recarsi soltanto in 24 Nazioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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