Il maestro dei Kouachi ora cura i feriti di "Charlie"

L'addestratore fa l'infermiere nell'ospedale di Parigi dove sono ricoverati i superstiti

Il maestro dei Kouachi ora cura i feriti di "Charlie"

È un cerchio di tragiche comparse che riemergono o si inabissano in un'inchiesta che è soltanto agli inizi. L'uomo all'origine della radicalizzazione dei fratelli Kouachi, autori della strage alla redazione di Charlie Hebdo, è un infermiere in stage all'ospedale parigino Pitié-Salpetrière, dove è stata portata mercoledì una parte dei feriti del massacro. Cherif Kouachi era stato convinto da Farid Benyettou, che predicava in una moschea del XIX arrondissement, a partire nel 2005 per l'Irak nelle fila di gruppi jihadisti. I due erano poi stati arrestati nel 2008.

In un video mandato in onda in quegli anni da France 3 , Cherif parlava dell'indottrinamento ricevuto da quell'uomo: «Nei testi è scritto che è bene morire da martiri», spiegava. Benyettou mercoledì e giovedì, i giorni dell'attacco, non era di servizio. Avrebbe dovuto riprendere venerdì ma l'ospedale, allertato del suo passato, lo avrebbe sospeso, ha scritto il Parisien . I legami tra la filiera jihadista del XIX arrondissement e i fratelli Kouachi sono ora analizzati dagli inquirenti e al centro di un'inchiesta. Terminata l'emergenza, finita la più imponente manifestazione della storia francese, l'allerta terrorismo resta al massimo livello. Da venerdì non si conosce la sorte di Hayat Boumedienne, moglie di Amedy Coulibaly, l'uomo che ha ucciso una poliziotta giovedì e che venerdì si è asserragliato nell'alimentari kosher della Porte de Vincennes. È stato detto che avrebbe aiutato sul posto il suo compagno, che era scappata confondendosi tra gli ostaggi armata. Sarebbe invece in Siria da giorni. Le domande sono molte: c'erano altri complici, cellule dormienti, chi guidava l'auto dell'attacco a Charlie Hebdo?

Nella telefonata a un'emittente televisiva venerdì dalla tipografia in cui si erano asserragliati, uno dei due fratelli Kouachi ha parlato di finanziamenti da parte di Al Qaeda in Yemen. I tre hanno agito da lupi solitari con affiliazioni soltanto ideologiche o hanno risposto a ordini? In un video comparso ieri su Twitter, Amedy Coulibaly, ucciso venerdì dalle forze speciali, ha detto di aver agito per lo Stato islamico in Irak e Siria, gruppo da cui Al Qaeda ha preso le distanze nel 2013 e che è rivale sul campo della vecchia rete terroristica. «Abbiamo fatto le cose un po' assieme e un po' separatamente per avere più impatto», ha detto il giovane riferendosi ai fratelli Kouachi.

Appare in giubbotto anti-proiettile, giacca di pelle, la tunica usata nei Paesi islamici, accanto a fucili automatici. La polizia ha perquisito l'appartamento dove si sarebbe nascosto prima degli attacchi e ha trovato armi, esplosivo, soldi e bandiere di gruppi jihadisti.

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