Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e Jean Claude Juncker dovrebbero avere modo di confrontarsi sulla manovra finanziaria del Belpaese nel corso della prossima settimana, ma dalle parti di Bruxelles hanno fatto sapere che esiste una conditio sine qua non: il governo italiano - dicono i ben informati - deve prima far capire di voler dialogare sul serio.
Bisognerà comprendere, insomma, se l'esecutivo gialloverde è davvero disposto a mettere in discussione i capisaldi della sua strategia economico - finanziaria. Altrimenti l'incontro potrebbe persino saltare. Fino alla manifestazione di una piena volontà, risulterà difficile arrivare a una vera e propria ufficializzazione del summit.
Il giurista italiano e il vertice della Commissione europea, come i lettori si ricorderanno, hanno già parlato durante la fine di novembre. In quel caso, l'obiettivo del leader della maggioranza formata da Lega e MoVimento 5 Stelle, almeno di quello istituzionale, era rappresentato dall'evitamento dell'apertura della procedura d'infrazione.
Da palazzo Berlaymont adesso giungono notizie relative all'impossibilità di confermare quanto asserito dal professor Conte. Solo ieri il premier aveva in qualche modo rassicurato tutti sull'imminenza del meeting con Junker. La smentita, seppur parziale, è arrivata direttamente dai portavoce dell'organo esecutivo dell'Ue. Ma cosa pretendono le istituzioni sovranazionali? Si parla, com'è noto, di una "correzione sostanziale".
Nei desiderata di Bruxelles, il nostro governo dovrebbe anzitutto rivedere le previsioni sul deficit. La sensazione è che la partita si giochi sul filo di lana.
Conte, Salvini e Di Maio starebbero discutendo delle proposte da avanzare proprio mentre scriviamo. Pare che in Belgio attendano un annuncio pubblico. Subito dopo, se le attese saranno confermate, il nome di Giuseppe Conte verrà scritto sull'agenda settimanale dell'ex primo ministro lussemburghese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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