Nonna Rosa uccisa in casa. Arrestati figlia e nipote

La confessione: "Il rapinatore? Una messinscena". I pm: strangolata dal 20enne. Coinvolto il marito

Nonna Rosa uccisa in casa. Arrestati figlia e nipote

Come nel film Brutti, sporchi e cattivi, con Nino Manfredi al centro di una faida familiare che puntava ad ammazzarlo. Si salverà per miracolo. La povera «nonna Rosina», 78 anni, non è stata invece altrettanto fortunata: la trama di morte scritta contro di lei dalla figlia (regista del piano criminale), dal nipote (attore principale dell'omicidio) e dal marito (comprimario nella scena del delitto) si è infatti realizzata, anche se i troppi errori commessi nella fase esecutiva del crimine hanno tradito i parenti diabolici. Almeno secondo l'ipotesi accusatoria.

Tutto dovrà essere ovviamente dimostrato in sede processuale, ma intanto ieri la Procura di Macerata ha arrestato la 49enne Arianna Orazi (figlia della vittima, Rosina Carsetti) e il 20enne Enea Simonetti (nipote di nonna Rosa e figlio di Arianna Orazi) per «concorso in omicidio volontario premeditato pluriaggravato dalla minorata difesa della vittima»; coinvolto pure il marito di Rosina, Enrico Orazi, 79 anni, cui sono state risparmiate le manette a causa dell'età avanzata. La Procura ha delineato i «compiti» ricoperti dai tre nel corso di quel maledetto 24 dicembre 2020 quando dalla cascina della famiglia Orazi partì una telefonata allarmata ai carabinieri: «Correte subito - urlò tra le lacrime Arianna Orazi - un uomo mascherato e vestito di nero è entrato in casa, ha rubato 2mila euro e ha ammazzato mia madre»; in realtà non esisteva nessun «uomo mascherato», perché a strangolare Rosina erano stati proprio loro tre: Arianna era la «mente», Enea il «braccio» ed Enrico il «depistatore». Quando i carabinieri giunsero sul posto trovarono l'abitazione a soqquadro e il corpo senza vita dell'anziana. «Quell'uomo ci ha legati e imbavagliati, poi è fuggito», avevano detto ai carabinieri. Ma era solo una messinscena. Gli investigatori lo sospettarono subito. Del resto la versione dei fatti, così come raccontata dai tre «testimoni», non stava in piedi: un «uomo mascherato e vestito di nero» che si introduce in casa e strangola con il «filo dell'aspirapolvere» una vecchia inerme, non è una tesi credibile. Se a ciò si aggiunge che i presunti «2mila euro rubati» dal fantomatico rapinatore furono in realtà subito trovati nella borsa di Arianna, l'ipotesi del rapinatore solitario diventa ancor più improbabile. La conferma delle tante bugie è venuta dal più vecchio del gruppo, il 79enne marito di Rosina che davanti al pm è crollato: «Non esiste nessun ladro». Enrico Orazi si è limitato a «confessare» questo, senza aggiungere dettagli su come sia stata ammazzata la moglie.

L'autopsia sul corpo della vittima parla di soffocamento ma anche di molte altre ferite causate da vari corpi contundenti: secondo la Procura è stato il nipote a sferrare l'affondo decisivo, ma è probabile che - in una sorta di patto di sangue - anche gli altri due abbiano infierito sulla vittima. Solo qualche settimana prima nonna Rosa aveva contattato un'associazione anti-violenza per fissare un appuntamento con un legale: «Ho paura, temo che i miei parenti vogliano farmi del male». Purtroppo, aveva ragione.

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