"Oddio, mi sento male". Ecco la frase che accusa l'ex marito di Ilenia

L'ipotesi che l'uomo sapesse dell'agguato alla moglie ma non abbia voluto fermare il killer

"Oddio, mi sento male". Ecco la frase che accusa l'ex marito di Ilenia

«Oddio, mi sento male». È la frase pronunciata da Claudio Nanni, 53 anni, l'ex marito di Ilenia Fabbri, proprio nell'attimo in cui la 46enne stava per essere uccisa in casa a Faenza. «Oddio, mi sento male», quattro parole urlate con un «tempismo» perfetto, tale da bloccare la reazione dell'unico supertestimone che avrebbe potuto guardare in faccia il sicario di Ilenia, un killer che - secondo l'accusa - sarebbe stato ingaggiato proprio da Nanni.

Ma facciamo un po' d'ordine. Sono le 6 di mattina del 6 febbraio. Nanni arriva sotto l'abitazione dell'ex moglie, in via Corbara, e fa salire in auto la figlia Arianna per andare insieme a Milano. In casa restano Ilena Fabbri e un'amica di Arianna che ha passato la notte lì. Dopo pochi minuti Nanni riceve una telefonata allarmata dell'amica di Arianna che le spiega in maniera concitata che «qualcuno» è entrato nella villetta e «sta aggredendo» Ilenia. Arianna ascoltando in vivavoce la telefonata dell'amica le dice di «afferrare un attizzatoio da camino» e di «precipitarsi a vedere cosa stava succedendo». Ma è proprio in quell'attimo che Nanni se ne esce con quella frase - «Oddio, mi sento male» - bloccando l'amica della figlia, anzi ordinandole di «rimanere ben chiusa a chiave nella sua camera da letto». E sarà proprio questo il comportamento seguito dalla giovane, che così non ebbe modo di vedere con chiarezza il killer di Ilenia, riuscendo solo a malapena ad udire le ultime parole di Ilenia rivolte al suo carnefice: «Chi sei? Cosa vuoi?». Poi un ultimo tonfo. Un urlo disperato. E il silenzio.

Ora la Procura di Ravenna, che ha indagato a piede libero Nanni per omicidio pluriaggravato in concorso con persona ignota, si chiede: «Perché Nanni ha stoppato l'eventuale reazione dell'unica testimone del delitto?»

Lo ha fatto per proteggere e coprire la fuga dell'assassino che lo stesso Nanni aveva forse assoldato per uccidere Ilenia?

Di certo la registrazione telefonica di 21 minuti (realizzata tra le 6.08 e le 6.29 del 6 febbraio) in possesso degli inquirenti - e di cui Il Resto del Carlino ha anticipato alcuni frammenti - può rappresentare un ulteriore tassello a sfavore del sospettato numero uno: Claudio Nanni, presunto mandante di un killer ancora misterioso.

Una registrazione dai risvolti controversi che va ad aggiungersi a un quadro indiziario che potrebbe presto portare in cella Nanni, contro il quale giocano anche altri importanti indizi: minacce, denunce per violenza (se pure archiviate), contrasti economici e una causa di separazione tra mille litigi.

Dalla registrazione si evince inoltre che l'auto, con padre e figlia a bordo, inizia a tornare indietro verso via Corbara mentre Nanni e Arianna continuano a parlare.

La figlia ribadisce che è sicura di

«avere chiuso tutto uscendo di casa»; circostanza smentita dalla polizia che invece troverà la porta del garage aperta senza segni di effrazioni. Il killer aveva le chiavi. E a dargliele potrebbe essere stato proprio Nanni.

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