"Putin si sente Stalin. Vuole una nuova Yalta per spartirsi il mondo"

L'ex consulente del Pentagono: "Guerra possibile. Nucleare sul tavolo. Ma la leadership è a rischio"

"Putin si sente Stalin. Vuole una nuova Yalta per spartirsi il mondo"

«Putin sta ricombattendo le guerre di Ivan il terribile, sta replicando le campagne espansionistiche di Pietro I nei Paesi Baltici e la conquista dell'Ucraina di Caterina La Grande, ripetendo i conflitti di Russia dal XVI secolo in poi. L'obiettivo finale è una nuova Yalta. Come Stalin nella Conferenza del 1943 che riconobbe l'Impero Sovietico nell'Est Europa, il presidente russo vuole sedersi a un tavolo con gli Stati Uniti, alla pari, per decidere anche con la Cina come dividere il mondo, anche se il suo Paese ha un Pil 16 volte inferiore a quello degli Stati Uniti. Dimentica, però, che Stalin era un alleato degli Stati Uniti allora e aveva sacrificato 26 milioni di vite per la guerra a Hitler. E sottovaluta che con questa politica, Mosca si sta mettendo alla mercè di Pechino e la popolarità interna di Putin è a rischio».

Ariel Cohen, esperto di geopolitica e politica energetica, ex consulente del Pentagono, senior fellow del think tank Atlantic Council di Washington e autore di «The Russian Imperialism», ha incontrato dieci volte Vladimir Putin e non esclude che si possa davvero arrivare a una terza guerra mondiale, con un'escalation che dall'Ucraina potrebbe allargarsi altrove.

Siamo sull'orlo di un conflitto internazionale?

«Il risentimento di Putin verso l'Occidente è cresciuto fino a diventare odio, insieme alle spese militari e per il nucleare. Putin vuole recuperare i territori persi in 400-500 anni di storia e con il crollo dell'Urss nel '91. Vuole rilanciare la Guerra Fredda e dominare su Russia, Bielorussia e Ucraina. Insieme si tratta di un'area con una popolazione di 190 milioni di abitanti».

Come potrebbe allargarsi il conflitto?

«Se riuscirà a prendersi anche l'Ucraina, Putin avrà una frontiera molto lunga con la Nato e tante cose potrebbero finire male. Su quel confine ci potranno essere provocazioni, errori e un'escalation di ostilità molto pericolosa».

La guerra nucleare è un rischio reale?

«Si va verso un'escalation. Putin non vuole perdere. E la dottrina militare russa prevede l'escalation e la volontà di dimostrare che Mosca può usare armi nucleari».

La risposta degli Usa e degli alleati è adeguata? Biden muove nella direzione giusta con le sanzioni?

«Il problema vero è che oggi solo le forze armate americane e britanniche possono combattere. Putin ha svegliato la Germania ma ricordiamoci che quando erano entrambe due potenze militari, Russia e Germania nel XX secolo si sono scontrate due volte. Una guerra in Europa è suicida ma siamo a questo punto anche perché Putin ha continuato la sua politica aggressiva senza limiti, dal 2008 in Georgia, all'Ucraina nel 2014 e fino a oggi»

L'Occidente ha sottovalutato Putin?

«In molti lo hanno mal interpretato. Putin è un po' come dottor Jekyll e Mister Hyde, l'uomo che fa gli accordi sui gasdotti, disinvolto, ma poi c'è l'altra faccia, quella di un leader sempre più isolato, che ascolta solo intelligence e militari e non più civili ed esperti civili, che prende a modello gli zar considerati dalla storia russa grandi sovrani. E i grandi Zar nella storia russa conquistano territori».

Lei lo ha incontrato dieci volte, che idea se n'è fatto?

«È chiaramente un uomo intellettualmente sveglio, molto abile nel capire chi ha di fronte e coglierne le debolezze, anche per via del suo passato di ufficiale dei servizi segreti. Ma è stato deviato dagli obiettivi che si è prefisso: ha deciso di concentrarsi su una narrazione storica che porta lontano dal XXI secolo e che alla fine può essere autodistruttiva per la Russia».

È l'inizio della fine per Putin?

«La guerra è appena cominciata. Non possiamo ancora saperlo. Però più di una voce contraria si comincia a sentire anche fra gli oligarchi e nelle piazze. Per ora non credo che farà la fine di Mussolini, sfiduciato dal Gran Consiglio del Fascismo nel '43. Molti oligarchi russi non sono contenti di lui ma hanno paura. Ma molti cittadini russi sono inorriditi da questa guerra, che toccherà anche il loro standard di vita. Questo potrebbe strappare a Putin lo status di leader più popolare di Russia».

Qual è il bilancio politico per la Russia finora?

«Tagliando i ponti con l'Occidente, si è messa nelle mani della Cina e finirà nella sua orbita».

Il gas sarà usato come arma?

«Succederà se Putin non incasserà più profitti per la vendita del gas in

Europa. A quel punto fermerebbe le forniture perché non può schioccare le dita e mandare gas alla Cina. Ma per l'Europa non è facile rimpiazzare in un attimo i 200 miliardi di metri cubi di gas che arrivano dalla Russia».

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